Se c’è una cosa che va apprezzata nei politici è la sincerità. Ora, vuoi per cavalcare l’onda furiosa, vuoi per far passare l’imbarazzante caso della banca senese, Silvio dice con approssimativa sincerità quel che pensa del fascismo. Populista il primo ventennio, populista il secondo. Nel primo i treni in realtà non arrivavano in orario, nel secondo neppure. Ma soprattutto, nel primo come nel secondo un certo fastidio per corti e le aule c’è stato, o no? Quindi non c’è da stupirsi.
Stupisce un po’ di più il niet sulle leggi razziali. Tutto sommato alla base dell’introduzione del reato di immigrazione clandestina e delle purghe contro i campi rom senza il varo di nessuna politica alternativa, alla base del famoso giudizio sull’Islam inferiore, cosa d’altro c’era? E’ qui, su questa non argomentata condanna delle leggi razziali, che i conti sembrano non tornare.
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