Governo, servono ponti non disfide
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Governo, servono ponti non disfide

In un contesto di confusione, peggiorano le cose il ritorno di Renzi che indebolisce Bersani e gli appelli che mettono in difficoltà Napolitano, unica garanzia politica.

Governo, servono ponti non disfide
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11 Marzo 2013 - 17.36


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di Nuccio Fava

Sconcerta e avvilisce questo scambio di sfide che ingombra giornali e tv, in un contesto che resta di grande confusione. Non è riuscito in fondo a sottrarsi alla tentazione il direttore del Corriere della Sera che è arrivato a chiedere a Napolitano di restare al Quirinale almeno per un altro po’.

Ci sono però ormai sfide esplicite anche dentro il partito democratico. L’ultima e anche la più sorprendente l’ha lanciata Matteo Renzi ponendo la questione delle nuove primarie in vista della scelta del successore di Bersani. Col doppio risultato : indebolire lo stesso Bersani e mostrare una forte propensione a favore di elezioni anticipate. A Bersani non mancano certo i problemi e di sicuro non si è mosso al meglio durante la campagna elettorale e dopo i risultati così deludenti. Tuttavia Bersani è stato sempre in buona compagnia: da Rosy Bindi a tutto il gruppo dirigente, ed è il Pd nel suo complesso che è colpevole della strategia seguita prima e dopo il voto. Questo aggrava la scarsa capacità di ascolto dei profondi e nuovi bisogni che scaturivano dalla società, la rabbia e la protesta riversatesi nel voto a Grillo, mentre in televisione ed in ogni sede si esaltavano la retorica delle primarie, della partecipazione e della sfida che così veniva lanciata dai democratici a tutti gli altri.

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Dinnanzi a questo “nuovo” imprevisto e sconcertante -almeno nelle sue dimensioni- non ci sono facili ricette. Lo si è visto bene nelle trasmissioni televisive che – non senza presunzione e saccenteria da parte di conduttori ed opinionisti- hanno contribuito ad aggiungere confusione a confusione e a favorire, come per “l’ospitata” da Travaglio e Santoro, la clamorosa rimonta del Cavaliere.

Di segno opposto ma analogo nel risultato lo “sbertucciamento” di Rosy Bindi, complice inconsapevole e involontaria di un “massacro” mediatico dentro il quale la politica vera risultava assente e comunque lontana dalla realtà dei problemi e tutta imprigionata nella devastante categoria della casta. A tutti dunque è richiesto un alto senso di responsabilità, di capacità autocritica e critica, di misura ed equilibrio. Non ci si può arrendere all’impotenza e alla sfida irresponsabile di elezioni a ripetizione. Bisogna avere fiducia nel presidente Napolitano -come ha ricordato con efficacia Massimo Cacciari- non rendergli più difficile il compito. La strada per non sprofondare e avviare la risalita è nelle mani del presidente della Repubblica, la sola vera garanzia per tutti a cui guarda l’Europa e l’intera comunità internazionale.

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