Se il Movimento Cinque Stelle fosse una forza politica logica il Paese potrebbe vivere una svolta epocale già dalle prossime ore: due donne ai vertici di Camera e Senato. Potrebbe essere, ma difficilmente sarà così. Marta Grande e Anna Finocchiaro, se la road map di Bersani avesse anche il sostegno totale dello stesso Pd. Se Grillo non fosse votato alle mani libere sempre e comunque la questione sarebbe già chiusa. Ai paradossi sulla situazione italiana aggiunge una gestione quasi tribale del partito (alla faccia della modernità). Di 2.0 nelle parole dell’ex comico c’è solo la demagogia della rete, il gusto della feroce invettiva, pane quotidiano girando qua e là.
Per cui una parte del Pd, via via crescente, non si fida, né di Grillo né di Bersani che vorrebbe fidarsi dei grillini per fare un giro anche breve a palazzo Chigi. Nico Stumpo ha ricordato a tutti che il Pd è il primo partito anche alla Camera: a contare sono i seggi non i voti. Per cui, non si possono mettere al servizio di avventure, per il partito e per il Paese. Giocare una partita con un alleato invisibile, dover dialogare con Celentano, che fino a poco fa era solo un istrionico imbonitore televisivo e oggi un interlocutore politico a cui scrivere e spiegare, per molti piddini che contano appare ridicolo se non peggio.
Due donne sono troppe anche per Grillo, la cui cultura politica in materia resta perlopiù oscura. Il ricatto delle mani libere diventa un gioco al massacro. Anche per le donne.
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