Una situazione di stallo, da crisi di
nervi? In Transatlantico a Montecitorio Pier Luigi Bersani
attorniato dai giovani deputati del Pd, sembra tranquillo,
sorride, a tratti scherza anche con loro abbracciandoli due alla
volta. “Sto facendo quello che devo fare, che serve al Paese. I
dati degli ultimi tre mesi sono brutti, la crisi è dura…”. Ma
poi torna sereno, e a chi gli sta intorno dice: “Ma io sono
allegro di mio…”. Si attende ancora la risposta dei ‘grillini’?
“No, adesso aspetto la risposta di Monti, di Scelta civica. Che
faranno?” dice Bersani con il volto tirato.
Il segretario del Pd torna sul grande rinnovamento, sui nuovi
che occupano il Transatlantico: “I nuovi entrati sono il 63%,
incredibile, mai avuti tanti giovani, tante donne”. Che cosa
accadrà? I ‘grillini’ voteranno un loro nome per la
presidenza… i partiti storici scheda bianca: non è un brutto
segnale al Paese? “Ma no- dice Bersani- la fumata nera c’è anche
per l’elezione del Papa. Una giornata può andare, poi domani si
decide comunque. Un giorno si può aspettare…”.
Vicino a Bersani, in Transatlantico, c’è la
ressa dei cronisti che si assiepano attorno al ‘grillino’ Roberto
Fico, il candidato alla presidenza della Camera.
Bersani ci scherza su: “Forti ‘sti ‘grillini’, fanno le loro
riunioni al chiuso, blindati… poi quando devono andare dal Capo
dello Stato vogliono lo streaming, furbi eh? Ma anche loro non
inventano niente di nuovo”.
In che senso? “Basta leggere ‘Stato e Rivoluzione’ di Lenin.
Per Lenin bisognava creare dei cunei di attacco da introdurre
negli spazi lasciati aperti dai borghesi e da lì si doveva
procedere mettendo in crisi tutto il sistema, facendoli impiccare
da soli. Niente di nuovo”.