di Antonio Cipriani
Immagino Gessica Rostellato, fiera della sua non stretta di mano a Rosy Bindi, forte delle sue certezze assolute, quanto sia stata felice di farlo sapere tramite facebook. E immagino quanto ci stia rimuginando in queste ore, dopo la valanga di commenti e insulti che la rete (oibò, la potente e democratica rete) le ha riversato addosso. Chi di rete ferisce…
Perché poi la poverina, ebbra del successo di essere diventata per grazia ricevuta parlamentare, ha beccato due gradini ostili in un battibaleno. Non ha salutato la Bindi coprendosi di ridicolo, non ha saputo dire alle Iene che cosa fosse la Bce. Capito? La cittadina deputata, che a spese nostre soggiorna a Montecitorio, ignora una cosa che un ragazzino delle scuole medie sa, per il semplice fatto di aver ascoltato un telegiornale negli ultimi sei mesi… E Draghi? Ha a che fare con Lo Hobbit?
Due belle toppe che la rete non ha proprio perdonato a Gessica. Insulti a gogò. Temi a scelta? Maleducazione, mancanza di rispetto civico, arroganza, ignoranza (molto gettonata), cafonaggine (anche questo tema gettonatissimo). E prese per i fondelli. Tipo: “ Ho incrociato Rosi Bindi al semaforo e mi ha chiesto di indicarle la farmacia più vicina. Ma che schifo, l’ho schiaffeggiata con la foglia di aloe che avevo in borsa”.
Qualcuno ha anche colto l’anticipazione estetica di Carlo Verdone che tratteggiando Gessica (la protagonista si chiamava così) in Viaggio di nozze aveva indicato il livello culturale necessario per affrontare i tornanti del futuro. Tra crisi sistemica, palude politica e devastazione culturale. Un personaggio chiave, che aveva in sé i geni del cittadino parlamentare per caso. Immortale la battuta, riferita a Firenze: “Ammazza quanto è vecchia ‘sta città!” Segno e mistero del nuovo che avanza senza mezza idea e senza dubbi (il dubbio nasce dalla messa in questione dei pensieri).
Già il vecchio… Però tra i miracoli di Casaleggio e i diktat di Gillo una cosa emerge: la bella figura della Bindi (la vecchia politica) riabilitata dal gesto scortese di Gessica (la nuova politica) che in un istante ci fa pensare a Firenze con uno sguardo di speranza. E a Ignorantopoli come un luogo nel quale non vogliamo certo vivere.
Ps. Era così carina l’immagine del primo giorno in Parlamento col bambino. Peccato…
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