Il Pd apre al confronto sul Quirinale
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Il Pd apre al confronto sul Quirinale

I Democrat si aprono e confermano la linea già seguita in Parlamento. Il Pd parlerà al Paese. Le nomine dei capigruppo.

Il Pd apre al confronto sul Quirinale
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19 Marzo 2013 - 17.03


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Lancia segnali di disponibilità nel confronto sul Quirinale («la scelta del Presidente della Repubblica non può essere un calcolo aritmetico. Anche se la coalizione Italia bene comune più Monti potrebbe indicare il Presidente della Repubblica, non ritengo necessario che lo faccia») e, per il governo, il Pd conferma la linea seguita per l’elezione dei presidenti delle Camere.

Pier Luigi Bersani ha ribadito la linea del Pd sulla formazione del governo e ha assicurato di avere la massima fiducia in Giorgio Napolitano. «La direzione ha segnalato la nostra visione politica, dopodiché il percorso dei prossimi giorni e delle prossime settimane è affidato all’opera del Presidente della Repubblica, verso il quale abbiamo grandissima fiducia», ha detto al termine della riunione dei deputati democratici a Montecitorio.

«Se, come mi auguro, Pier Luigi Bersani avrà l’incarico di formare il nuovo governo, la scelta dei nomi sarà in continuità con quelli individuati per la presidenza di Camera e Senato: cioè nomi in grado di parlare al Paese», anticipa Davide Zoggia. «Il nostro – aggiunge il deputato Pd – è un lavoro in progress. Anche nei prossimi giorni la nostra proposta si rivolgerà al Paese e alle forze in Parlamento con molta trasparenza».

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L’esponente Democrat rivendica al partito «la capacità, di fronte ad una chiusura da parte delle altre forze politiche, in particolare del Movimento 5 Stelle e di Lista civica, di non chiudersi al proprio interno ma di fare una scelta che da’ un respiro diverso alla guida dei due rami del Parlamento». [url”E se il M5S guarda all’ufficio di presidenza della Camera”]http://www.globalist.it/Detail_News_Display?ID=41579&typeb=0&Grillo-vogliamo-entrare-nella-stanza-dei-bottoni[/url] per «rendicontare anche le caramelle», continuano ad affiorare le posizioni di chi si dichiara pronto a votare una fiducia in teoria esclusa a prescindere.

La spaccatura nei M5s – «Se in un momento così difficile per il Paese la maggioranza degli iscritti si dichiarasse favorevole a votare la fiducia a un governo, mi adeguerei a questa volontà», dice Marino Mastrangeli, senatore grillino, ricordando che il giudizio degli elettori «è sovrano» e conta più delle regole interne al movimento. «Beppe – spiega – è libero di esprimere le sue opinioni come qualunque cittadino, poi però comandano gli elettori. Mica siamo nell’Unione Sovietica».

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I capogruppo – Intanto si va componendo il quadro dei gruppi parlamentari, che domani saranno chiamati al Quirinale a riferire il loro punto di vista. Roberto Speranza è stato eletto con 200 voti (voto segreto) capogruppo del Pd alla Camera. Sempre a Montecitorio il gruppo misto ha scelto Pino Pisicchio, mentre Scelta Civica si è orientata su Lorenzo Dellai. I deputati del Movimento 5 stelle hanno ufficializzato la nomina di Roberta Lombardi come capogruppo alla Camera: si tratta di una nomina “a tempo determinato”, perché cambierà dopo tre mesi. Il gruppo sta scegliendo, in diretta sul web, anche due vicepresidenti. Riccardo Nuti è stato eletto vicepresidente del gruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera e subentrerà tra tre mesi a Roberta Lombardi.

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