Berlusconi rilancia ancora le larghe intese
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Berlusconi rilancia ancora le larghe intese

Il Cavaliere da Napolitano fa appello alla responsabilità poi attacca il Pd: non può avere anche Quirinale e premier. [Il video]

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21 Marzo 2013 - 11.57


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«Siamo assolutamente per un governo di coalizione che intervenga immediatamente con misure sull’economia largamente condivise. Ci auguriamo che anche le altre forze vogliano un governo forte, la soluzione che il Paese richiede». Così Silvio Berlusconi al termine del colloquio con il capo dello Stato alla guida delle delegazioni di Pdl e Lega. Il Carroccio è rappresentato dai due capigruppo di Camera e Senato, Giancarlo Giorgetti e Massimo Bitonci e dal vicepresidente del partito Giacomo Stucchi. Assente invece il segretario Roberto Maroni. Per il Pdl sono presenti, oltre al leader Berlusconi, il segretario Angelino Alfano e i capigruppo di Camera e Senato Renato Brunetta e Renato Schifani.

«Tocca a Pd e Pdl la responsabilità di dare un governo al paese», dice ancora alla stampa. «Con Napolitano abbiamo esaminato i risultati elettorali che presentano tre forze di pari entità; abbiamo presente che una di queste forze non è disponibile a una collaborazione con le altre e quindi restano in campo le altre due, Pdl e Pd, cui incombe la responsabilità di dare un governo al paese».

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«La situazione del Paese è di crisi profonda, servono interventi sull’economia. Ieri c’è stato un piccolo spiraglio a seguito della nostra iniziativa in Europa dove Tajani ha ottenuto un piano di pagamento alle imprese per i servizi svolti nella pubblica amministrazione. Si tratta di un punto importante che puo’ avere influenza ottima nell’economia, è un’iniezione di liquidità», ricorda l’ex premier.

E continua con una stoccata ai democrativi: «Non è accettabile che una forza che ha solo il 30% dei voti, che rappresenta il 20% di chi ha diritto al voto, possa esigere di prendere tutto: non è assolutamente pensabile che possa pretendere di avere, dopo le Camere, anche palazzo Chigi e il presidente della Repubblica».

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