Se Grillo scomunica i suoi elettori
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Se Grillo scomunica i suoi elettori

Sono ormai in troppi a non aver capito bene. Chi lo ha votato, molti suoi parlamentari. Il guru-comico ha un esercito sempre più traballante. [Fabio Luppino]

Se Grillo scomunica i suoi elettori
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3 Aprile 2013 - 19.43


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di Fabio Luppino

Giocare con le coscienze può diventare pericoloso anche per Grillo. Finché credeva di avere un esercito sguainava lo spadone contro i nemici del Movimento: partiti e giornalisti. Adesso interviene sul suo blog per aggiustare il tiro dei suoi detrattori: contate bene i commenti di questi giorni e ricordatevi la piena di qualche settimana fa. Peggio. Succede che chiede opere di ravvedimento ai suoi capigruppo in preda alle debolezze della carne, come Crimi che forse un governo con Bersani l’avrebbe anche fatto.

Del resto i sintomi della crisi grillina si sommano gli uni agli altri. Non si sa più nulla. Non c’è streaming per le riunioni del Movimento. Si conoscono solo le lacrime del dopo, le sofferenze del durante raccontate di corsa. Perché le persone ancora parlano. Uno vale uno, ma se uno è uguale a uno nel reinveramento dell’ex comico. Molti vorrebbero cambiare l’Italia davvero: la terra promessa non è Grillo per il suo esercito, ma forse gli elettori.
Ecco allora che il guru-vate, che sottilmente fa intendere senza di me non eravate niente, prende ad aggiustare in continuazione il verbo dei suoi, ora è arrivato addirittura -guarda un po’ dopo un mese abbondante – a spiegare a chi lo ha votato che ha capito male: noi non vogliamo fare un governo con nessuno e chi ci ha votati pensando ad un’alleanza con il Pd ha sbagliato, non ci voti più.

Il centralismo democratico del Pci al confronto era una palestra di trasparenza e democrazia. Qui siamo nell’evoluzione più inquietante di una comunità politica fondata su un solo uomo. Il fascino di Grillo è servito per credere alla rivoluzione. Ma quando la rivoluzione sembra più una dissoluzione l’esercito non se la sente più di seguire con la stessa passione il suo capo. E il capo rinnova il verbo: non è come state pensando, non è ancora arrivato il tempo.

Non a caso Bertinotti appoggia Grillo. Lui scelse il conflitto, piuttosto che la continuazione del primo governo Prodi, come s’imbraccia la motocicletta per iniziare un’esperienza on the road. Così con il Paese in ginocchio Grillo pensa alla sua rivoluzione, in nome dei cittadini sia ben chiaro. Uno meno uno, sempre più lontano da tutti.

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