Attacco hacker, M5s rifà le Quirinarie
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Attacco hacker, M5s rifà le Quirinarie

Nel blog del comico si parla di intrusioni esterne durante il voto. Le consultazioni online saranno ripetute oggi. Ma che è accaduto veramente?

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12 Aprile 2013 - 11.04


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Quirinarie annullate, il voto on line per la scelta del candidato al Colle si ripete oggi (dalle 11 fino a stasera). A renderlo noto è Claudio Messora, responsabile comunicazione del gruppo 5 Stelle al Senato, che avvisa con un tweet: «ATTENZIONE: Tra pochissimo su beppe_grillo si ripetono quirinarie. Ieri gravi violazioni certificate da DNV. Innalzati livelli di sicurezza».

«Le indicazioni per il voto sono le stesse
di ieri – spiega Grillo -, gli iscritti al MoVimento 5 Stelle al 31
dicembre 2012, che abbiano inviato i documenti digitalizzati,
potranno proporre il loro candidato per la Presidenza della
Repubblica fino alle ore 21. I primi dieci candidati saranno in
seguito, il giorno lunedi’ 15 aprile, votati per scegliere il
nome che sara’ indicato dal gruppo parlamentare del M5S. Coloro
che hanno il diritto di proporre il prossimo Presidente della
Repubblica riceveranno una email con le istruzioni dopo le ore 11
di questa mattina».

Parla il re degli hacker, Ghioni: il problema è il sistema di voto – «Non serve un hacker per lasciar votare mille volte la stessa persona: non scomodiamoli per la vicenda delle Quirinarie». Fabio Ghioni, tra i massimi esperti di sicurezza informatica ed ex hacker lui stesso, è convinto che «l’attacco nemico non c’entri niente con la débacle dell’esperimento di Grillo – afferma -. D’altronde lo stesso responsabile della comunicazione del partito non ha parlato di hacker, ma di un problema di sicurezza generico, senza però dire quale».

Leggi anche:  M5s, Todde traccia la linea: "Abbandonare il passato anti-sistema, non possiamo solo fare testimonianza"

Secondo Ghioni il problema è «la non possibilità del sistema del 5 Stelle di certificare la corrispondenza tra voti e persone: sul loro sito si può votare più di una volta, anche mille, con accorgimenti banali come il cambio del browser o la navigazione anonima. Non hanno insomma un sistema di sicurezza adeguato. Ma questo accade con qualsiasi voto telematico “popolare”. Inutile – ripete – scomodare gli hacker per ciò che è successo».

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