Lo zoccolo duro del Pd è l'anima Pdmenoelle
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Lo zoccolo duro del Pd è l'anima Pdmenoelle

Il Paese non chiede restaurazione e grandi inciuci: chiede cambiamenti veri. Ma nel Pd l'unico collante è l'anima Pdmenoelle. [Antonio Cipriani]

Lo zoccolo duro del Pd è l'anima Pdmenoelle
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Antonio Cipriani Modifica articolo

21 Aprile 2013 - 15.47


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di Antonio Cipriani

Nessuna questione personale contro Giorgio Napolitano. Ma il fatto che un capo dello Stato di 87 anni, quasi 88, che ha finito il suo mandato su una deriva eccessivamente presidenzialista, sia la salvezza di un paese allo sbando, dilaniato da interessi che niente hanno a che vedere con il bene comune, mi fa arrossire.

Arrossire per la vergogna di essere cittadino di questo Paese. Per aver creduto che la politica potesse risolvere una volta per tutte il conflitto di interessi con il Paese che rappresenta. Per aver difeso la politica stessa (come concetto alto) dall’aggressione qualunquista dilagante; per avere pensato che questa nostra Italia è fatta di tante brave persone, che non meritano di stare in ostaggio di un manipolo di imbecilli, ladri autorizzati, senza alcun senso dello Stato e del bene dei cittadini. Alieni, ma ossequiosi a interessi sconosciuti piuttosto oscuri. Non certo interessi nazionali.

Mi sembra evidente che il gioco osceno dei piccoli poteri del Pd abbia favorito solamente la restaurazione, mentre era possibile invertire la rotta. Abbia forzato la mano per una soluzione di buon senso apparente, che in realtà impedisce ogni ipotesi di cambiamento e spalanca la strada al ritorno in campo da vincitore assoluto, da venti anni a questa parte: Silvio Berlusconi. L’eterno, l’intoccabile, il garantito anche da parte di una buona parte del Pd. Che una volta per un motivo tattico, al’altra per beghe interne, sempre per stupidità politica, non hanno mai fatto un passo deciso verso la legalità, verso il diritto e la giustizia. Verso i cittadini di questo Paese allo stremo.

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Mi chiedo quali qualità mancassero a una persona degna come Rodotà per non essere scelto come simbolico e pulito presidente della Repubblica in un momento in cui serviva aria buona. Mi chiedo perché è stato deciso di bruciare un altro nome buono come Prodi. Per il governissimo? Perché alla fine di tutto si deve andare all’atto finale? Governissimo con il Cavaliere e dissoluzione del Partito democratico? E Napolitano è stato richiamato al suo posto solo per questo? Solo per portare a termine il suo progetto presidenziali sta che prevedeva il Governissimo, punto e basta.

Su questo altare è stato immolato anche Bersani. Prima vincolato dal mandato vincolato del Capo dello Stato, poi massacrato dal suo stesso partito. Un partito senza responsabilità politica, capace solo di atti di responsabilità masochisti: come l’appoggio suicida al governo Monti, come l’obbedienza a strane decisioni di occulte lobby di potere che hanno deciso che quando c’è da prendersi sulle spalle un carico nefasto, deve essere il Pd a farsi del male. E la parte elettorale che dovrebbe rappresentare, di conseguenza.

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Per questo credo che sia in atto passaggio politico poco limpido; un inciucio strisciante, a fuoco lento, che possa arrivare a mettere nell’angolo – ancora di più – la parte più debole del Paese. Di quel Paese che non è certo andato alle urne per la minestrina riscaldata dei Saggi o per avere ancora Napolitano sul Colle. Perché in Italia ci sono anche quelli che hanno votato Cinque Stelle, Sel e Pd, non soltanto Monti, Pdl e pidimenoelle. Ops, mi è scappata. Deve essere il momento difficile, un brutto sogno, o la paura che possa essere vero.

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