«Sul piano politico non posso dire niente perché non mi spetta, sul piano processuale vorrei ricordare che c’è stata un’assoluzione in primo grado ma parzialmente ribaltata dalla sentenza d’appello: fino al 1980 la Corte ha ritenuto l’imputato responsabile di rapporti con Cosa Nostra e dopo il 1980 ne ha confermato l’assoluzione contro la decisione dell’appello».
È quanto ha detto il procuratore Capo Giancarlo Caselli, interpellato, a margine di un convegno a Torino, sulla scomparsa del senatore Andreotti. «C’è stato ricorso in Cassazione sia dell’accusa sia della difesa. In 50 anni non ho mai visto un imputato ricorrere contro la sua assoluzione. Quindi – ha detto ancora – dovrebbe essere chiaro a tutti che fino al 1980 non c’è un’assoluzione ma un’affermazione di colpevolezza per un reato tuttavia prescritto».
«La sentenza di appello è stata confermata in Cassazione. Questa – ha concluso – e solo questa è la verita processuale».