Buona parte del Pd vorrebbe fareil congresso a giugno. Ma la linea del rinvio per ora regge. Quel che è certo è che non cambierà lo statuto: il segretario resterà candidato premier. Sembra emergere questo dalla riunione del coordinamento democratico. L’esigenza di dotarsi di un segretario già sabato che sia reggente e prepari il congresso è emersa da parte di tutti. Anche se non sono mancati accenni polemici. Rosy Bindi ha auspicato che sabato l’assemblea del Pd elegga un nuovo segretario.
“Bisogna evitare la conta”, ha avvertito intervenendo al coordinamento del Pd, “dobbiamo mostrarci uniti”. Poi “chi si prende la croce traghetta il partito verso il congresso”, ha spiegato. Niente nomi, ma Bindi ha chiarito che “il segretario non deve aver fatto parte del vecchio gruppo dirigente”. Cuperlo, candidato da D’Alema, si è offerto per fare il traghettatore. Ma in campo ci sono anche altri nomi. E non è detto che proprio sabato ne esca fuori uno a sorpresa.
Se in tanti guardano a Pier Luigi Bersani per il traghettamento del Pd alla fase congressuale, il leader dimissionario dei Democratici è stato chiaro, in apertura del suo intervento al coordinamento, nell’escludere di voler tornare
sui suoi passi. A quanto si apprende, Bersani ha messo in
chiaro di considerare sovrana l’assemblea e di attribuire alla
riunione un valore meramente di servizio. “Non torno indietro”, è stato il senso del discorso di Bersani, riferiscono due fonti. Dal coordinamento viene una chiara indicazione: il Pd vuole eleggere un segretario tout court
e non un reggente. Altro dato chiaro, riguarda la modifica dello
statuto. Il tono della maggior parte degli interventi esclude una
modifica alla prossima assemblea. Nel corso della quale, spiegano
fonti presenti al coordinamento, si parlera’ del sostegno al
governo e della convocazione del congresso. Nonostante le
richieste di molti, che vorrebbero anticiparlo a prima
dell’estate, la data piu” probabile, osservano, resta quella di
ottobre.