Alfano contro i No Tav: non fermeranno lo Stato
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Alfano contro i No Tav: non fermeranno lo Stato

Il ministro dell'Interno annuncia le prime misure dopo l'assalto dei manifestanti al cantiere di Chiomonte: più forze dell'ordine e zona rossa più ampia.

Alfano contro i No Tav: non fermeranno lo Stato
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14 Maggio 2013 - 22.12


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«Lo Stato c’è e non si fa fermare da alcuni delinquenti che questa notte potevano uccidere». Così il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, al termine del Comitato per la sicurezza riunito d’urgenza in prefettura, a Torino, dopo il violento attacco sferrato nella notte dai No Tav al cantiere Ltf di Chiomonte.

«In Italia – ha tuonato il ministro – comanda lo Stato italiano, che non si fa sopraffare dai delinquenti, anche se ben organizzati». E a proposito di quanto avvenuto in Val di Susa, ha parlato di “fatti gravissimi, esecrabili». «Siamo venuti a dire – ha aggiunto – che lo Stato c’è, ascolta e decide».

E ha aggiunto: «I fatti di questa notte hanno fissato la data, non la scelta di venire qui a Torino, perché questa è una questione da affrontare a livello territoriale». Le prime risposte del vertice torinese sono queste: in Val di Susa e intorno al cantiere della Maddalena sarà rafforzata la presenza delle forze dell’ordine, si amplierà la zona rossa per proteggere la regolarità dei lavori e l’incolumità dei lavoratori, sarà costituita una sorta di una “task force” che favorisca il dialogo tra gli enti locali espressione del territorio valsusino e le strutture romane, infine sarà accelerata la ratifica del trattato internazionale sulla Tav.

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Il vertice torinese arriva al termine di una giornata tesa, caratterizzata da sconcerto, preoccupazione, allarme, dalla convinzione di trovarsi di fronte a qualcosa di più di un semplice movimento antagonista, per quanto agguerrito. C’è stato tutto questo nelle reazioni della politica all’assalto di Chiomonte e all’allarme sull'”atto di guerra” e l'”organizzazione militare” degli assalitori lanciato dal procuratore capo Gian Carlo Caselli.

GLI INTERVENTI

Il ministro Maurizio Lupi ha definito «inaccettabile e intollerabile» l’accaduto. «I trenta delinquenti» che hanno assaltato il cantiere, aggiunge, «devono sapere che la loro violenza non fermerà un’opera fondamentale e strategica per l’Italia e per l’Europa. Un’opera sulla quale intendiamo continuare il confronto e il dialogo con le popolazioni locali, ritenendo fondamentali anche le opere compensative per i Comuni della valle».

E poi Silvia Fregolent, esponente Ecodem e responsabile economia dei deputati Pd, avverte: «Abbiamo superato il livello di guardia ed il rischio eversione è sempre più concreto». Altero Matteoli, presidente della commissione Lavori pubblici del Senato, afferma: «L’ennesimo gesto di teppismo al cantiere della Tav, che fa seguito a quello della scorsa settimana in cui è rimasto ferito un operaio, è intollerabile e va condannato senza se e senza ma».

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Un po’ più articolata la posizione di Sinistra Ecologia e Libertà, che dichiara «una ferma condanna della violenza» con una nota di Fabio Lavagno, Monica Cerutti e Vanda Bonardo, i quali osservano però che «la lotta contro la Tav ha assunto una dimensione simbolica che va al di là del progetto». «In questo senso – aggiungono gli esponenti di Sel – occorre interrogarci su quanto le contestazioni possano essere posizioni antisistema o piuttosto sintomi di cambiamenti sovrastrutturali, sintomatici di quelli strutturali. In questi tempi non è così fuori luogo pensare che è meglio non sprecare soldi quando si è in un regime di austerità. Chiediamo da tempo che venga elaborato un serio piano trasportistico nazionale che colga le reali priorità verso cui indirizzare gli investimenti».

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