di Andrea Scanzi
Il M5S ha preso “troppi” voti a febbraio. Non era pronto. E i suoi errori li ha fatti. Fatalmente. Alle amministrative, oltretutto, soffrirà sempre più delle nazionali. Il flop (innegabile: niente arrampicate sugli specchi) di Roma e non solo Roma dice alcune cose.
1) Il duropurismo non ha pagato. Politica è anche e anzitutto dialogo, i massimalisti han sempre fatto una fine rapida.
2) Degli scontrini non frega una ceppa a nessuno: più concretezza, basta con ‘sta sega infinita della diaria.
3) Molti (non tutti) candidati sono drammaticamente esili.
4) Grillo deve smetterla di abbaiare genericamente alla Luna (e ai giornalisti tutti), accettando invece anche le dinamiche canoniche della lotta politica (tivù compresa: quindi interviste vere, non di corsa o solo agli stranieri).
5) Scremare l’elettorato può essere salutare: nel 25% di febbraio c’era anche gente che nulla c’entrava col Movimento, meglio un 15% o giù di lì compatto e convinto. Peraltro la doppia cifra resta (per me) uno sproposito tenendo a mente la staticità mentale degli italiani.
6) In tanti (comprensibilmente) hanno votato Marino (di cui ho stima) non in quanto Pd (peraltro “eretico”) ma in ottica anti-iattura Alemanno.
7) La reazione all’inchiesta di Report non poteva essere peggiore. La Gabanelli non è Battista, più fate i permalosi e più passate per antidemocratici.
8) Le sconfitte non si negano: si elaborano (per poi migliorarsi).
9) Il M5S era l’argine all’astensionismo. Ora non lo sembra più. Significa che per molti italiani questi tre mesi in Parlamento sono stati fallimentari.
10) Meno certezze e più dubbi: il “saputellismo” Lombardi Style e certi atteggiamenti da ultras sono esattamente ciò che accelererà l’eventuale implosione del M5S. Più umiltà. E al tempo stesso più malizia, o vi massacrano.
(A margine. Sono sorpreso? Deluso? No. Era tutto facilmente prevedibile. Per me ogni speranza è morta col treno perso Rodotà. Da quel giorno la politica è tornata restaurazione e sopravvivenza).
Fonte: profilo Facebook di Andrea Scanzi.
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Argomenti: beppe grillo