Il Cavaliere: a settembre torna Forza Italia
Top

Il Cavaliere: a settembre torna Forza Italia

Nel corso dell'Ufficio di presidenza Berlusconi parla ai big del lancio del nuovo partito: tornerà a chiamarsi Fi, perchè emoziona più di Pdl.

Il Cavaliere: a settembre torna Forza Italia
Preroll

Desk3 Modifica articolo

11 Luglio 2013 - 18.20


ATF

«Il governo va avanti, porteremo a termine i provvedimenti sull’Imu e sull’Iva». Lo ha detto Silvio Berlusconi intervenendo all’Ufficio di presidenza del Pdl. “Nessuna divisione tra falchi e colombe. Dalle riunioni dei gruppi è emerso che siamo tutti uniti. E siamo preoccupati per la situazione” a continuano il Cavaliere a Palazzo Grazioli . A via del Plebiscito sono presenti i big del partito per discutere con il Cavaliere la strategia da mettere a punto dopo la decisione della Corte di Cassazione di calendarizzare il processo Mediaset per il 30 luglio.

Il Cavaliere ha esortato i big del suo partito a restare uniti perché «questo non è il momento di divisioni e di spaccature». Poi ha annunciato a settembre il lancio del nuovo partito che avrà il nome di Forza Italia: «Il nome Forza Italia emoziona di più del Pdl», ha detto Berlusconi intervenendo all’Ufficio di presidenza del Pdl. «Chiederò il cambio di nome – ha spiegato ai big – come richiamo all’ideale del Popolo dei moderati».

Berlusconi «non ha mai detto e neppure pensato, come gli viene erroneamente attribuito, che l’accelerazione dei processi che lo riguardano sia responsabilità di “una parte della maggioranza contraria alle larghe intese”. Ha detto invece che ‘c’è chi non vuole un governo di pacificazione, senza riferirsi o accusare in alcun modo l’attuale maggioranza» ha riferito una nota del Pdl.

La tenuta del governo Letta «non è a rischio» ha affermato soffermandosi con i cronisti sui possibili effetti del caso Mediaset, il ministro per gli Affari Europei Enzo Moavero Milanesi. «I segnali politici espliciti che riceviamo sono tutti nel senso di garantire al governo una solidità», ha assicurato il ministro a margine dell’East Forum.

«Credo che questa solidità sia realmente necessaria proprio nella prospettiva europea di cui parliamo oggi, da una parte perché la vediamo continuamente sottolineata nelle valutazioni che riguardano il Paese, dall’altra perché abbiamo nella prospettiva del 2014 non solo le elezioni del Parlamento europeo ma la presidenza italiana dell’Ue», ha aggiunto Moavero, rimarcando come «le forze politiche siano perfettamente consapevoli di questo». E, rispondendo a chi gli chiedeva se sarà il governo Letta a svolgere il semestre europeo: «Assolutamente sì, lavoriamo per questo ed è l’obiettivo al quale ci prepariamo».

Anna Finocchiaro: la legge va cambiata – «Con la legge che c’è non ci si può pronunciare a favore dell’ineleggibilità di Berlusconi. Ma questo è un mio pensiero. La legge va cambiata». Così Anna Finocchiaro (Pd) ha risposto alla domanda se esista o meno una linea del Pd sull’ineleggibilità del leader Pdl la cui istruttoria è cominciata oggi in Giunta Immunità del Senato.

Michaela Biancofiore: salvare Berlusconi è salvare la giustizia italiana – «Parlamentari e ministri, tutti noi abbiamo già dato le dimissioni in bianco. Sono sul tavolo di Berlusconi, è lui che decide». Così Michaela Biancofiore (Pdl, sottosegretario Funzione Pubblica) a La Zanzara su Radio 24. Sulla falsariga di quanto fatto a Milano, Biancofiore ha ipotizzato che tutti insieme vadano al Colle a consegnare le dimissioni. «La notizia della Cassazione mi ha colpito, io e altri non ci abbiamo dormito la notte. A Berlusconi siamo legati da un affetto profondo, non è solo il nostro leader. Sto male, la condanna sarebbe un’infamia», ha detto la sottosegretaria. «Parlamentari e ministri – ha detto la Biancofiore – tutti noi abbiamo già dato le dimissioni in bianco. Sono sul tavolo di Berlusconi, è lui che decide. La mia vita politica è legata a quella di Berlusconi, devo tutto il mio percorso politico a lui e come me tutti gli altri. Se viene condannato ci dimettiamo tutti». «La sospensione delle Camere – ha aggiunto ancora – non serve a niente. Dobbiamo andare tutti da Napolitano al Quirinale perché deve ascoltare il nostro grido di dolore. Andare al Palazzo di Giustizia ha sortito qualche effetto, adesso andiamo al Quirinale per gridare la nostra indignazione, a dare le dimissioni dal Presidente della Repubblica. Salvare Berlusconi significa salvare la giustizia italiana».

[GotoHome_Torna alla Home]
Native

Articoli correlati