La Lega alla raffica di critiche giunte dopo gli insulti di Calderoli alla ministra Kyenge, reagisce alzando il tiro: “Dopo aver preso atto delle scuse di Roberto Calderoli sul caso Kyenge la segreteria della Lega ha deciso di dare ancora più forza alla sua iniziativa politica organizzando” una manifestazione sulla legalità e il contrasto alla immigrazione clandestina il 7 settembre a Torino. Nella nota diffusa dalla Lega al termine della segreteria politica, si legge che il movimento “dopo aver preso atto delle scuse pronunciate pubblicamente sul caso Kyenge, ha rilanciato la sua battaglia politica sul tema del contrasto all’immigrazione clandestina e della difesa della legalità”.
La Lega ha dunque confermato “la netta contrarietà alle proposte finora avanzate dal Governo sul tema, in particolare sulle proposte di cittadinanza facile e concessione dello ius soli”. La manifestazione di Torino servirà dunque, spiegano dal Carroccio, “a dare ancora più forza” a questa iniziativa politica. La segretaria politica della Lega “ha considerato che l’enfasi mediatica attribuita alle vicende delle dichiarazioni del senatore Calderoli ha avuto l’effetto di distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dalla vicenda incredibile e scandalosa della deportazione della piccola Adua in Kazakistan”. Si legge in una nota diffusa in via Bellerio, in cui la Lega afferma di aver “deliberato” di lavorare “per incalzare il Governo su questa vicenda” senza capri espiatori.
Maroni: il caso è chiuso – I”Il caso è chiuso, l’ho detto a Letta e sono sicuro che non ci sarà nessuna ritorsione sull’Expo perché questo sarebbe dannoso non per me ma per Milano, la Lombardia e l’Italia”. Lo ha detto Roberto Maroni a proposito del caso Kyenge questa sera alla festa della lega Nord di Venaria Reale. “Ho chiamato Letta – ha aggiunto il segretario federale del Carroccio – perché mi hanno sorpreso le sue minacce di ritorsione sull’Expo 2015. L’ho chiamato per dirgli che per me il caso è chiuso. Ho detto che Calderoli ha sbagliato, lui ha riconosciuto l’errore e si è scusato pubblicamente e privatamente con il ministro Kyenge. Di più, francamente, non capisco cosa possa fare”.
Calderoli tace – “No comment sul dibattito politico generale di oggi, parlerò domani in Senato” ha detto il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli. “Domani – ha spiegato – a fine seduta chiederò la parola rispetto alle cose dette nel dibattito oggi in Senato dato che ero assente per l’impegno delle segreteria politica”.
Letta, non provino chiamare in causa Napolitano – “L’aver chiamato in causa il presidente Napolitano, che voglio difendere, non ci provino nemmeno… Non è possibile che la vicenda continui così, credo che la vergogna sia già stata abbastanza”. Così il premier Enrico Letta dopo il post del vice segretario della Lega Matteo Salvini che ha invitato Napolitano a “tacere” sulla vicenda. La vicenda degli insulti al ministro Kyenge da parte di Calderoli è “un’altra pagina vergognosa” che è sulla “stampa estera di tutta Europa”, una vicenda che “fa male al nostro Paese”. “Faccio un appello a Maroni perché chiuda rapidissimamente questa pagina, se no si entrerà in una logica di scontro totale che non serve né a lui né al paese”. Si tratta, ha spiegato Letta, di “un appello a Maroni, presidente della Lombardia, la più grande regione d’Italia con cui lavoriamo per l’Expo affinché chiuda questa pagina rapidissimamente”, un appello “sincero” ma con “toni ultimativi”. “Chiuda questa pagina, la vergogna è già abbastanza”, ha aggiunto.
Zanda: Calderoli si deve dimettere – “Presentiamo atto formale di solidarietà al ministro Kyenge”. Lo ha annunciato nell’Aula del Senato il capogruppo del Pd Luigi Zanda. Il parlamentare ha anche chiesto ufficialmente le dimissioni del vicepresidente di Palazzo Madama Roberto Calderoli. La sua frase sul ministro “non è solo una battuta infelice, ma un insulto razzista”. I senatori Pd chiedono le dimissioni da vicepresidente del Senato del leghista Roberto Calderoli. “Nei giorni scorsi io stesso ho apprezzato l’abilità di Calderoli nel condurre i lavori dell’Aula e questo dimostra che non ho pregiudizi nei suoi confronti”, dichiara il capogruppo Luigi Zanda. Il biasimo del Pd per “il suo insulto razzista non ha dunque ragioni politiche”. “Ma ora deve rassegnare le sue dimissioni.
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