“Ritengo importante tenere alta l’attenzione su questo tema che è una cartina di tornasole del livello di civiltà di un Paese”, ha detto Laura Boldrini, ricordando che in Parlamento è allo studio del Senato dopo l’approvazione alla Camera il provvedimento di messa alla prova per pene alternative alla detenzione. È stata la seconda visita a un istituto carcerario italiano per la presidente della Camera da quando è diventata presidente della Camera dei deputati. Nel corso della visita odierna a Regina Coeli a Roma, sia nei colloqui con il personale del carcere sia nell’incontro con i detenuti, Boldrini ha detto che la piaga del sovraffollamento che “veramente non è più tollerabile”.
A Regina Coeli, dove la capienza sarebbe di 725 detenuti, ve ne sono attualmente circa 1.011; le guardie carcerarie sono 460 ma ne sarebbero previste 614; si prevede prossimamente l’attivazione di altre due sezioni adesso chiuse per ristrutturazione, la quinta e la sesta, per aumentare la capienza, ma i sindacati sottolineano che sarebbe necessario aumentare anche le guardie carcerarie, già in forte affanno.
“Chi ha sbagliato è giusto che paghi – ha detto Boldrini – non stiamo parlando di sconti ma ritengo che scopo della pena sia anche la rieducazione, per uscire dal carcere migliori di come si è entrati, ma in condizioni di sovraffollamento la rieducazione diventa impossibile”.
“La pena stabilita dal Codice è la mancanza di libertà, ma nel Codice non c’è scritto che ci deve essere una pena ulteriore, quella del sovraffollamento, e questo veramente non è più tollerabile – ha sottolineato Boldrini – spero che Parlamento e governo diano presto delle risposte concrete”.
Sia nell’incontro con il personale del carcere che in quello con i detenuti, Boldrini ha poi detto che bisogna “rimettere a punto il sistema della custodia cautelare perché se le persone sono innocenti il danno è incalcolabile”.
I detenuti nell’incontro con il presidente della Camera hanno voluto sottolineare che cosa significa in concreto sovraffollamento: “Secondo la Corte europea di Giustizia “, ha detto uno di loro “ogni detenuto ha diritto a otto metri quadri di spazio, esclusi bagno e cucina. Noi abbiamo 17 metri quadri per tre detenuti, in letti a castello con materassi di gomma piuma che si sbriciolano e portano l’orma di migliaia di detenuti. Anche le strutture ricreative sono state ridotte a luoghi di detenzione. Questo non è un carcere ma un magazzino di carne umana”.