“Considero il frequente e facile ricorso a elezioni politiche anticipate come una delle più dannose patologie italiane”. Lo ha scritto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in una lettera al Corriere della Sera. Napolitano afferma che “dovette penare” per evitare lo scioglimento delle Camere nel novembre 2011 e nella primavera 2013.
“Non posso certo ‘congelare’ né ‘blindare’ (termini, entrambi, di fantasia o di polemica a effetto) un governo ancor fresco di nomina”, ha aggiunto il Capo dello Stato. “Il Parlamento è libero, in ogni momento, di votare la sfiducia al governo Letta. Ma il presidente ha il dovere di mettere in guardia il Paese e le forze politiche rispetto ai rischi e ai contraccolpi assai gravi, in primo luogo sotto il profilo economico e sociale, che un’ulteriore destabilizzazione e incertezza del quadro politico-istituzionale comporterebbe per l’Italia”. “So bene che ‘in caso di crisi’, resta il ‘ricorso al voto popolare’ e che da qualche parte si confida nella possibilità di ‘dare vita’ così ‘a un’alternativa di governo’. Ma di azzardi la democrazia italiana ne ha vissuti già troppi. Dovetti io stesso sciogliere le Camere nel febbraio 2008, prendendo atto dello sfaldamento di una maggioranza che si presumeva ‘omogenea’ e dell’inesistenza, allo stato, di una diversa maggioranza di governo. E dovetti penare per evitare lo scioglimento delle Camere nel novembre 2011 e – all’indomani dell’insediamento del nuovo Parlamento – nella primavera del 2013”. “Si comprenderà – ha concluso Napolitano – che da presidente – guardando anche a decenni di vita repubblicana – io consideri il frequente e facile ricorso a elezioni politiche anticipate come una delle più dannose patologie italiane”.
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