Stop ai doppi incarichi: il segretario del partito non può fare il premier. È la proposta che l’ex ministro Fabrizio Barca lancia in vista del congresso del Pd. “Va data ai cittadini – ha spiegato – la garanzia che il Pd sia la loro associazione. Che a livello nazionale, regionale, provinciale e locale, il segretario e i membri della segreteria democratica siano incompatibili con ogni carica istituzionale. Nel governo, come assessore o sindaco”.
Un alt a Renzi e Letta? “Sono impegni – ha replicato Barca – che chiedo oggi a chi si candida segretario. Le regole non si cambiano in corsa, non si fanno modifiche per fregare questo o quello. No alle trappole”.
Quanto al sindaco di Firenze, “viene percepito da una gran parte di chi incontro come fattore di rinnovamento e, se viene contrastato da un blocco di conservazione, allora nel Pd è un perdi-perdi”, aggiunge l’ex ministro, che conferma di non volersi candidare alla guida del partito, “perché – ha spiegato – ammazzerei quello che forse di buono ho fatto, ragionare, cioe’, convincendo in modo credibile le persone con cui ho parlato, che non avevo affatto in mente di fare in modo più furbo quello che fanno tutti, cercare consensi”.
Il Pd “si presenta come una risorsa sottoutilizzata, ricco di teste e di umanità, con robuste radici culturali, ancorché non accudite, liberali, social-comuniste e cristiano-sociali”, dice Barca, secondo il quale bisogna liberare il partito da “valvassori e valvassini” e dalle “male bestie, e uso una citazione di Don Sturzo, riferendomi a coloro che si affacciano al partito per cercare la scorciatoia di un posto di lavoro o una candidatura”.
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