Via le province: arriva il ddl del governo
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Via le province: arriva il ddl del governo

Letta, Delrio e Quagliariello annunciano che di fatto diventeranno enti di secondo livello con l'obiettivo di razionalizzare funzioni e spesa.

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26 Luglio 2013 - 12.52


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Ha il via l’iter legislativo che riguarda Città metropolitane, Province, Unioni e fusioni di Comuni. È stato approvato dal Consiglio dei ministri il Disegno di legge che ne rivede e ne svuota in parte i poteri in vista dell’abolizione dalla Costituzione.

Il ddl che, come ha detto il premier Enrico Letta, svuota i poteri delle Province e che prevede la nascita delle città metropolitane e la riorganizzazione delle unioni e delle fusioni dei comuni, dopo l’odierno passaggio in Consiglio dei ministri, passerà all’esame della Conferenza Unificata e, dopo quel vaglio, tornerà nuovamente al Consiglio dei ministri per il varo definitivo.

L’obiettivo, spiega l’ex sindaco di Reggio Emilia e ministro per gli Affari Regionali, Graziano Delrio, è quello di ridurre a due soltanto le istanze amministrative locali: le Regioni (cui spetteranno i poteri regolamentari generali e legislativi) e i comuni (ai quali toccherà tutto il resto). Per arrivarci, però, occorre andare per gradi.

La grande novità saranno le aree vaste – come ha spiegato anche il ministro Quagliariello – che sostituiranno le province dando anche il buon esempio: il governo vuole infatti stimolare il più possibile il coordinamento e le unioni tra comuni. Sia tra quelli più piccoli (con evidenti ricadute sulla razionalizzazione dei servizi e sui risparmi), sia tra capoluoghi e cittadine limitrofe.

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Sarebbe questo l’embrione normativo delle aree metropolitane, che avranno grande rilievo, soprattutto nella razionalizzazione dei trasporti. Emblematici, a questo proposito, gli esempi fatti: Torino (che compete con Lione), Milano (con Francoforte) e Napoli, che dovrà tener conto dell’area di Caserta.


Delrio, riforma darà competitività al Paese
– Con il Ddl approvato oggi dal Consiglio dei ministri, si avranno “due i livelli territoriali, Regioni e Comuni e in mezzo l’organizzazione delle aree vaste, le città metropolitane: una riforma che si attende da 30 anni e che vedrà le città metropolitane con funzioni strategiche”, ha affermato Delrio, a Palazzo Chigi. “Nelle città metropolitane vive quasi un terzo della popolazione italiana.

La riforma metropolitana può dare competitività al Paese”, ha aggiunto Delrio. Le Province e le città metropolitane, con la riforma, sono enti di area vasta di secondo livello. “Si azzera tutta una classe intermedia politica ma non crediamo si azzeri così la democrazia”, ha chiarito Delrio, il quale ha aggiunto che si partirà subito con un programma per individuare 3 mila enti intermedi che andranno soppressi o ridotti.

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Quagliariello, riforma organica, nessun accanimento – “Abbiamo detto e ripeto che non c’è accanimento terapeutico nei confronti delle Province e per soddisfare una moda mediatica e a questo proposito viene rispettata la sovranità del popolo visto che la riforma entra in vigore man mano che i mandati si esauriscono”. Così il ministro Gaetano Quagliariello nell’illustrare il ddl Province, parlando di una “coerenza tra disegno ponte e progetto costituzionale” dopo che in passato si è legiferato “in maniera disorganica e noi vogliamo uscire da cattiva pratica”.

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