Interviste ai candidati alle primarie sarde/2: Roberto Deriu
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Interviste ai candidati alle primarie sarde/2: Roberto Deriu

La seconda del ciclo di interviste ai candidati alle primarie del centro sinistra. Oggi tocca a Roberto Deriu.

Interviste ai candidati alle primarie sarde/2: Roberto Deriu
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13 Agosto 2013 - 15.52


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A capo di una coalizione di centro sinistra storicamente litigiosa, ci vuole coraggio secondo te per questa sfida? Come pensi di riuscire a tenere unite tutte le anime di questa alleanza in caso di vittoria?

Il coraggio serve per reagire alla crisi, la politica è solo uno strumento per aumentare la libertà e la felicità delle persone.
Il Centrosinistra resta unito se ha un progetto chiaro al servizio della comunità, di liberazione della persona, di diffusione del benessere e della giustizia. Se ci si dedica ai problemi pubblici e non a quelli dei singoli, delle fazioni, delle corporazioni.

Le prime azioni di governo se diventassi il candidato presidente quali sarebbero? E quindi quali sono i problemi più gravi che l’Isola deve affrontare nell’immediato?

La prima azione da svolgere è restituire l’onore alla Scuola. Farne la prima istituzione per rendere forte la società e liberi e sicuri i giovani. I giovani sono la priorità: nella loro formazione, nella loro istruzione, nella loro capacità di combattere per le idee giuste e di servire la propria comunità.
Per attuare queste politiche serve un sistema pubblico sardo che riprenda efficienza, semplificando il sistema legislativo e burocratico, riducendo al minimo la pressione fiscale, rendendo la spesa pubblica efficiente e democratica attraverso la divisione dei compiti tra centro (legislazione, pianificazione e controllo) e territori (amministrazione, gestione e monitoraggio).

Il rapporto con Roma, cosa non è andato fino a ora e come dovrebbe svilupparsi il concetto di autonomia in concreto?

L’Autonomia è vissuta con subordinazione culturale. Bisogna dare attuazione allo Statuto speciale, prima di tutto con una Scuola sarda con più elevati standard di qualità rispetto a quelli statali.

L’Europa matrigna o una opportunità per l’Isola?

Il centralismo regionale è incapace di spendere i fondi, anche europei. La matrigna è la burocrazia.

I giovani che vanno via. In che modo si può convincerli a restare?

I giovani devono sentire l’amore della Sardegna verso di loro, perché possano combattere per farla progredire e dare ad essa un futuro.

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