L'Italia frena sull'attacco alla Siria
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L'Italia frena sull'attacco alla Siria

Il ministro della Difesa aziona il freno su un eventuale missione militare dell'Italia in Siria: ci vuole prudenza, il nostro obiettivo è evitare avventure al nostro Paese.

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28 Agosto 2013 - 09.43


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«Sì, è ancora possibile scongiurare un’involuzione di tipo militare». Il ministro della Difesa Mario Mauro ha azionato il freno sull’eventuale partecipazione dell’Italia a una missione militare in Siria per mettere fine ai massacri della popolazione e agli scontri armati che insanguinano il Paese.

Londra e Parigi spingono per l’azione militare ma il ministro della Difesa ha invitato alla cautela. «Ci vuole – ha sottolineato – una prudenza estrema, bisogna pensarci milioni di volte prima di dare il via ad azioni militari. Il caso Siria va gestito con equilibrio; serve dialogo continuo perché l’obiettivo del governo italiano è uno solo: evitare avventure al nostro Paese».

Mauro ha indicato la strada di una «soluzione politica» della grave crisi siriana e rilancia la linea dell’esecutivo: «L’Italia non prenderà parte a operazioni decise al di fuori del Consiglio di sicurezza dell’Onu». «E anche se si dovesse arrivare a una risoluzione nelle Nazioni Unite – ha spiegato il ministro – l’Italia resterebbe fuori dalla Siria».

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Mauro ha poi rinnovato il monito a chi punta sull’attacco: «L’Italia ci è già caduta dentro. Arrivano siriani tutti i giorni sulle nostre coste. Arrivano e ne arriveranno sempre di più». «Non voglio lanciare allarmi, non voglio parlare di invasione, ma c’è un problema che preoccupa, c’è una situazione che va gestita con attenzione assoluta. E per farlo -ha concluso il ministro- dobbiamo muoverci su due versanti: l’accoglienza e il controllo».

Bonino: anche con il via libera dell’Onu nessun automatismo – L’Italia ritiene che «solo il Consiglio di sicurezza possa prendersi la responsabilità di un intervento militare» in Siria: lo ha ribadito il ministro egli Esteri, Emma Bonino, intervenendo a Radio Anch’io. La titolare della Farnesina ha spiegato che un’eventuale risoluzione che autorizzasse un intervento non implicherebbe un automatico via libera italiano all’uso delle basi, ma «si tratterebbe senza dubbio di uno scenario di legalità internazionale» su cui il governo consulterebbe immediatamente il Parlamento.

Se ci fosse il via libera dell’Onu ad un intervento in Siria, non scatterebbe «nessun automatismo» ma si aprirebbe uno «scenario di legalità internazionale ad oggi totalmente inesistente» che aprirebbe la strada ad un «serio dibattito in Parlamento» ha concluso Emma Bonino.

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