«È il grillismo uno dei problemi del M5s, una rigidità paragonabile al bigottismo che impedisce di capirsi». È stata la senatrice Enza Blundo a certificare in diretta streaming, durante l’assemblea di Palazzo Madama, le spaccature che attraversano il Movimento 5 stelle. E che rimandano al leader in persona.
Nella prima riunione post vacanze il gruppo dei senatori si è ritrovato per mettere nero su bianco la lista dei problemi. Una discussione intensa che continuerà domani.
L’elenco è il frutto del lavoro di sei sottocommissioni. Una disamina amara che ha chiamato in causa il leader stesso: “Beppe e i suoi post”, “Distanza tra Beppe e noi”, “Determinazione linea politica”, “Obiettivi M5S”, “Strascichi espulsioni”, “Chi detta la nostra linea politica”, “Appoggio al governo”, “Autoreferenzialità”, “Aggressività verbale e scritta”, “Difficoltà di comunicazione interna”, “Mancanza di una piattaforma”, “Rapporti di comunicazione gruppo Senato”, “Personalismi”.
«Si è creata una distanza tra Beppe e noi» per quanto riguarda la diffusione dei post, il portale, il rapporto con gli attivisti – ha detto il senatore Stefano Lucidi -. Il problema politico, ha aggiunto, è che «non abbiamo deciso chi determinerà la linea politica, non ci siamo chiariti sugli obiettivi che possono essere divergenti tra di noi» anche per quanto riguarda l’attuazione del programma. «Dobbiamo chiarire il nostro ruolo che forse è cambiato rispetto alla partenza». Tutto questo, ha concluso «ha generato frustrazione. Non si riescono a fare le cose, non si incide e non si raggiungono gli obiettivi».
Paola Taverna ha sottolineato la necessità della «ponderatezza nelle reazioni» e ha aggiunto: «Io me ne assumo la responsabilità…». Era della Taverna, infatti, il sonetto contro i cosiddetti “aperturisti”. La senatrice grillina ha poi evidenziato anche questioni più politiche: «Servono chiarimenti seri su possibili scenari futuri e su eventuali accordi partiti, sulla legge elettorale e sulla nostra posizione all’interno dello stesso Movimento». Un dibattito che ha risentito del clima teso dopo gli scambi, tutt’altro che pacifici, tra i dissidenti e gli ortodossi. E la rivelazione, poi smentita, di Sonia Alfano, su una fronda di senatori grillini pronta a sostenere un nuovo governo.
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