Per Enrico Letta, “il debito è un incubo per chi governa il Paese in questo momento. Il debito è mangiarsi il futuro, vuol dire risolvere i problemi di oggi con le risorse dei nostri figli”. Il presidente del Consiglio ha parlato alla 47esima Settimana sociale dei Cattolici italiani a Torino dove ha spiegato la sua ricetta: “Per pagare i debiti bisogna essere credibili, e il Paese è credibile se mantiene i suoi impegni, con serietà, e non dando l’idea che ogni giorno si è sull’orlo di un vulcano in ebollizione”.
Letta ha sottolineato che il debito rimane il primo problema dell’Italia e per risolvere questa situazione serve appunto credibilità, altrimenti “nessuno ci compra il debito. Ma se non ci comprano il debito, non ce la facciamo”.
Il primo mistro ha poi affrontato il nodo governo dicendo: “Non è vero che non facciamo niente. Facciamo una fatica enorme a tenere in piedi questo governo”.
Scuola e integrazione – Il presidente del Consiglio ha poi affrontato il tema istruzione dicendo che “sul diritto allo studio, e più in generale sulla scuola, l’Italia ha la coscienza sporca. Oggi il diritto allo studio è alla rovescia. Troppi giovani si laureano e poi non trovano lavoro. Bisogna assolutamente intervenire, il diritto allo studio è un caposaldo”.
“I bambini a scuola imparano subito a non avere nessun problema rispetto alla presenza di colori diversi – ha poi soggiunto, a proposito dell’integrazione sui banchi -. Dobbiamo tornare a essere come bambini. Dobbiamo cogliere questo messaggio di candore e straordinaria semplicità”.
La famiglia primo ammortizzatore sociale – “Le famiglie italiane e la famiglia, nel nostro Paese, ha attutito l’impatto della crisi”, ha detto ancora il premier. “La famiglia ha fatto sì che l’impatto sia stato meno invasivo e intrusivo rispetto a ciò che è accaduto in altri Paesi, pur in presenza di una crisi, in Italia, più pesante che da altre parti”.
“La famiglia però – ha sottolineato Letta – esce dalla crisi pesantemente in difficoltà perché ha svolto un ruolo superiore alla sue forze. Dobbiamo quindi superare la logica consolatoria in questo momento, e fare una riflessione che riguarda tutti, su quali possono essere i modi per evitare che la famiglia esca ridimensionata dalla crisi”.
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