Intesa solo a metà all’assemblea del Pd. Passano le regole per il congresso con 378 sì, 74 contrari e 24 astenuti. Ma manca il quorum per cambiare lo statuto e resta il caos. La decisione è ora rinviata alla Direzione del 27 settembre.
La proposta della commissione era di cancellare l’automatismo tra segretario e candidato premier. Lo stop è arrivato da veltroniani e bindiani.
L’Assemblea è stata sospesa a causa di un durissimo scontro sulle modalità di voto e sul cambiamento dello statuto.
Lo statuto del Pd non sarà modificato, ha annunciato Guglielmo Epifani. «La commissione propone di ritirare le modifiche allo statuto, anche perché non saremmo presenza del numero legale di maggioranza», ha spiegato. È stata invece fissata la data dell’8 dicembre per le primarie e «il percorso proseguerà sulla base di queste scelte formalmente ineccepibili». Sarà la direzione a fissare le regole della competizione.
Le primarie nazionali del Pd si terranno l’8 dicembre, lo prevede il testo proposto dalla commissione congresso per il voto all’Assemblea del Pd.
La commissione “suggerisce di svolgere il 27 settembre la direzione nazionale che approva il regolamento e di prevedere come termine per la presentazione delle candidature l’11 ottobre”. È quanto prevede il testo proposto dalla commissione congresso per il voto all’Assemblea del Pd.
La bozza prevede modifiche all’articolo 3 che al 18 dello Statuto sul segretario: cancellato l’automatismo tra segretario e candidato premier; candidato alla presidenza del Consiglio scelto attraverso primarie di partito o di coalizione alle quali partecipano altri iscritti al Pd. Per quanto riguarda questo punto si andrebbe a toccare l’articolo 3 dello statuto. Il segretario sarebbe automaticamente candidato alle primarie per palazzo Chigi a meno che non dica espressamente di non voler correre. Primarie alle quali possono partecipare, però, anche altri candidati del partito.
Renzi: Pd abbia ambizione di governare Paese da solo – «Sono qui – ha detto Renzi parlando all’Assemblea del Pd – per dirvi che sogno un partito democratico che abbia l’ambizione di governare il Paese e, lo dico a Fassina, di governare l’Italia da soli» perchè «la linea la dobbiamo dare noi». «Se dovessi essere sconfitto sarei in prima fila, accanto a Gianni Cuperlo. La crisi – ha detto il sindaco di Firenze – non è crisi del modello della destra, cui dobbiamo corrispondere con la nostra proposta. La crisi della politica interpella tutti noi. In questi 20 anni abbiamo governato anche noi, ci siamo stati anche noi. Se non siamo in grado di interpretare il cambiamento è un nostro problema. Lo dico a Enrico, che va sostenuto, ma sostenere sullo sforamento del deficit-Pil che compito del governo è farsi carico di un problema che deriva dall’instabilità politica è ingiusto. È antipolitica». Se si è sforato, ha sottolineato Renzi, anche se di uno 0,1, «o si ha il coraggio di dire che quei parametri vanno rivisti» o «si rientra con l’Imu» o con altre politiche. «Una volta stabilite le regole, inizieremo da Bari. Il Pd deve avere al centro i sindaci: questa sarà una delle partite più importanti». Così Matteo Renzi, intervenendo all’assemblea nazionale del Pd, indica nel capoluogo pugliese il punto di partenza della sua campagna per il congresso democratico.
Marini: il segretario si prenda croce per 4 anni – «Questo è un partito che ha bisogno di ricostruire» per cui «il segretario che esce si prenda la croce di guidarlo per 4 anni». È il monito di Franco Marini dal palco dell’Assemblea del Pd. Marini, che ha recentemente annunciato il suo sostegno alla candidatura di Gianni Cuperlo ha inoltre avvertito: «cancelliamo, per favore, dalla nostra storia ogni tentazione di partito personale» e ha invitato a sostenere il governo almeno fino al semestre europeo quando ci sarà una verifica.
Fassina contro Renzi: C’è chi fatica a governo, chi fa campagne – «Il governo con il Pdl è contro natura, è un compromesso. Ma non può essere lasciato solo sulle spalle di chi sta al governo. La fatica deve essere condivisa». Così Stefano Fassina, nel suo intervento all’assemblea del Pd. Fassina fa implicitamente riferimento a Matteo Renzi: «Non è che qualcuno sopporta la fatica al governo e qualcun altro fa la battaglia elettorale su quella fatica. Nessuno di noi è preoccupato della seggiola: siamo al governo perché mandati dal Pd, non per un capriccio o un desiderio personale». «Il governo Letta è nato e deve andare avanti nella misura in cui riesce ad affrontare la legge elettorale e qualche importante riforma istituzionale per il Paese».«Così il viceministro dell’Economia, Stefano Fassina, intervenendo all’assemblea nazionale del Pd. Stare al governo «con il Pdl è contro natura, è un compromesso», ha sottolineato.
Gualtieri: segretario-premier? Distinguo ma largo consenso – Sulla modifica statutaria che riguarda il segretario-candidato premier, «c’è stato qualche distinguo. Ma anche un largo, se non larghissimo consenso». Così Roberto Gualtieri, nell’esporre in assemblea le decisioni assunte nella commissione sulle regole per il congresso del Pd.
Miotto: documento su regole non è unitario nè consensuale – «Peccato che Gualtieri abbia rovinato l’incipit della sua relazione. Un po’ di verità non avrebbe tolto nulla alla sua illustrazione e anzi avrebbe dimostrato rispetto per i delegati e la discussione nel gruppo delle regole». Se ne lamenta la “bindiana” Margherita Miotto sottolineando che «il documento non è unitario nè consensuale: non eravamo e non siamo d’accordo con la manomissione dell’art. 3 dello Statuto e per questo ieri sera ho abbandonato la riunione», ha spiegato.
Morassut: contrario a modifiche su segretario – «La commissione ha lavorato in un clima estremamente collaborativo, Roberto Gualtieri ha fatto un lavoro egregio, abbiamo faticato per 2 giorni interi senza alcuna polemica ma semmai con un dibattito politico a tratti anche molto netto. Detto ciò io non ho votato e sono contrario alla più rilevante delle modifiche statutarie proposte: quella sul cosiddetto non automatismo della candidatura del segretario nazionale a premier». Così Roberto Morassut commissione congresso del Pd di area veltroniana.
Bindi: voterò contro modifica su segretario-premier – «I risultati della Commissione non sono ‘consensuali e unitari’: voterò contro la modifica dell’art. 3». Lo ha scritto Rosy Bindi, ex presidente del Pd, su Twitter, annunciando il no alla modifica statutaria che prevede che il segretario non sia automaticamente candidato premier.
Bersani: gestione tecnica non semplice- Il compromesso sulle regole? «Va bene, ora bisogna gestire tecnicamente la cosa e non è semplice, siamo una grande organizzazione. Ma io sono soddisfatto di questa decisione». Così Pierluigi Bersani ha commentato con i cronisti, a margine dell’Assemblea Nazionale del Pd, l’intesa di massima raggiunto sulle regole congressuali.