«Se c’è la crisi non so cosa accadrà, ma certo se c’è la crisi viene prima il Paese». Così Gianni Cuperlo – a un’iniziativa a Roma insieme a Pier Luigi Bersani – ha risposto a chi gli chiede se è possibile il rinvio del congresso se c’è la crisi di governo. E si augura che la direzione di domani affronti il «tema del governo e della fase drammatica che stiamo vivendo. E nell’arco di minuti 5, max 10, si liquidi la questione delle regole del congresso».
«Il paese ha bisogno di riforme ma prima di stabilità – ha aggiunto – Noi non cerchiamo un tuffo nel vuoto ma non c’è dubbio che serve una discussione seria in Parlamento per verificare se ci sono le condizioni per cui il governo vada avanti». E poi ha aggiunto: «Il Letta bis non è in discussione in questo momento – ha precisato – vediamo intanto di capire se ci sono le condizioni per proseguire questa esperienza di governo. Già il fatto che i parlamentari del Pdl minaccino un Aventino dà l’idea dello sbrego alla democrazia a cui siamo posti di fronte».
«Se noi domani in direzione discutessimo in modo alto del punto politico riusciremmo ad arrivare a una conclusione», sostiene Bersani. Per l’ex segretario la fase «delicatissima» del partito «non può diventare la palla da tirarsi» durante il congresso: «Vedano i candidati se riescono politicamente a sbrogliarla questa cosa. Mi piacerebbe che anche i circoli possano confrontarsi. Non dobbiamo fare solo di conto, siamo qui anche per discutere».
In serata su Twitter il candidato alla segreteria del Pd ha poi detto: «Non sarà mai il partito di uno, sarà il nostro Partito Democratico».
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