Berlusconi apre la crisi di governo: l’ultimatum di Letta è inaccettabile, dice e dice ai suoi ministri: dimettetevi. Neanche il tempo di finire la frase che è arrivato l’obbedisco del prode Alfano: i ministri del Pdl si dimettono, si sbriga a dire tutto d’un fiato. Finiscono così, nel sabato di cattivissimo umore del leader condannato e in via di decadimento, l’esperimento delle Larghe Intese. Un Governo che ha prodotto risultati minimi, a fronte di una figuraccia internazionale notevole.
Il vicepremier Angelino Alfano: “I ministri del Pdl – ha comunicato la sua portavoce dicendo di parlare a nome di tutta la delegazione del Popolo della Libertà – rassegnano le proprie dimissioni”. Nella sua nota il Cavaliere chiedeva alla delegazione del Popolo della Libertà al governo di condividere la proposta del capogruppo alla Camera Renato Brunetta che ha chiesto ai colleghi di partito di dimettersi in massa. E viene così disatteso anche l’invito di Giorgio Napolitano di garantire continuità e non una “campagna elettorale permanente”.
“La decisione assunta ieri dal Presidente del Consiglio dei ministri Enrico Letta, di congelare l’attività di governo, determinando in questo modo l’aumento dell’Iva – ha scritto Berlusconi – è una grave violazione dei patti su cui si fonda questo governo, contraddice il programma presentato alle Camere dallo stesso premier e ci costringerebbe a violare gli impegni presi con i nostri elettori durante la campagna elettorale e al momento in cui votammo la fiducia a questo esecutivo da noi fortemente voluto”.
Il primo a intervenire dopo le parole di Alfano è il sottosegretario alla Pubblica amministrazione e semplificazione, Gianfranco Miccichè che annuncia di rimettere il mandato “nelle mani di Berlusconi“. Parlano a una sola voce, con una nota congiunta, tutti i ministri Pdl: “Rassegniamo le nostre dimissioni anche al fine di consentire, sin dai prossimi giorni, un più schietto confronto e una più chiara assunzione di responsabilità”. La nota è firmata da Angelino Alfano, Nunzia De Girolamo, Beatrice Lorenzin, Maurizio Lupi e Gaetano Quagliariello.
Enrico Letta, informato da Angelino Alfano della decisione di Berlusconi ha telefonato al Presidente della Repubblica per informarlo e con lui si consulterà nelle prossime ore.
Il chiarimento politico deve «ora avvenire davanti al Paese, in Parlamento e alla luce del sole». Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Enrico Letta subito dopo essere stato informato dal vicepremier, Angelino Alfano delle dimissioni dei ministri Pdl dall’esecutivo. Lo riferiscono fonti di Palazzo Chigi.
Il presidente del Consiglio ha confermato l’intenzione che il Pdl chiarisca la sua posizione in Parlamento anche dopo le dimissioni dei ministri: «Il premier – hanno riferito le stesse fonti – conferma quanto detto ieri e quanto annunciato a New York, e cioè che il chiarimento deve avvenire in Parlamento alla luce del sole e di fronte ai cittadini».
Berlusconi non rovesci la frittata – Il tentativo di rovesciare la frittata sulle ragioni dell’aumento dell’Iva è contraddetto dai fatti che sono sotto gli occhi di tutti perché il mancato intervento è il frutto delle dimissioni dei parlamentari Pdl e quindi del fatto che non era garantita la conversione del dl in legge. È questa la posizione di Enrico Letta secondo Palazzo Chigi.
Ma non sono tutti d’accordo nel Pdl. “Una decisione di così rilevante spessore politico avrebbe richiesto una discussione approfondita e quindi avrebbe dovuto essere presa dall’ufficio di presidenza del Pdl e dai gruppi parlamentari”. Così Fabrizio Cicchitto in merito alle dimissioni dei ministri del Pdl.
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