12 ottobre, piazza di resistenza civile
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12 ottobre, piazza di resistenza civile

Sarebbe fondamentale che alla manifestazione promossa tra gli altri da Rodotà e Landini a difesa della Costituzione, aderisse ufficialmente anche il Pd. [Fabio Luppino]

12 ottobre, piazza di resistenza civile
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30 Settembre 2013 - 21.48


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di Fabio Luppino

Ci sono momenti in cui non si può stare in panchina a guardare. Ci sono situazioni di cui facciamo parte che saranno Storia, tra qualche decennio. Non ci sbagliamo se diciamo che uno di quei momenti è oggi. Il colpo mortale inferto alla convivenza civile democratica dalla scelta imposta al suo partito e ai suoi ministri dal condannato leader Silvio Berlusconi è molto prossimo al bilico decisivo della nostra democrazia. Una democrazia nata, costruita sul sangue di decine di migliaia di morti che ha consentito con i suoi valori, la sua Costituzione, anche a Berlusconi di emergere. Che lui ne abbia abusato e che oggi in nome di se stesso voglia distorcere le regole democratiche è letale e preoccupante.

Non si può stare a guardare, non si può tollerare la lacerazione del Paese per i voleri di un condannato con sentenza passata in giudicato. Per questo che sarebbe necessario, vitale, salutare per la democrazia che la manifestazione del 12 ottobre si trasformasse nel luogo politico di tutti coloro che fanno parte dell’Italia che resiste, del Paese che non si piega, dell’Italia civile fondata sulla Costituzione. Le adesioni sono tantissime a questa nobile iniziativa che ha come promotori principali Lorenza Carlassare, Don Luigi Ciotti, Maurizio Landini Stefano Rodotà Gustavo Zagrebelsky, stessi autori dell’appello-manifesto. Ma sarebbe decisivo se desse la sua adesione come partito anche il Pd. Sarebbe uno scatto politico determinante se invece del solito andare in ordine sparso i Democratici ci fossero ufficialmente. Che ci siano a loro titolo i Civati, forse i Cuperlo, i Bersani, gli Orfini o qualcun altro ha un altro valore rispetto alla partecipazione proclamata da Epifani a nome di tutti. Sarebbe un segnale decisivo. Questa è la manifestazione dell’Italia responsabile e civile, dell’Italia che fatica, dell’Italia dei diritti, dell’Italia che crede nella Costituzione fino in fondo. Sarebbe fondamentale che ci fossero anche le forze liberali autentiche a sostegno della piattaforma: chiamarsi Scelta Civica e stare in questi giorni alla finestra è un peccato mortale. Sarebbe straordinario se aderissero in prima persona testate giornalistiche fondamentali per la nostra democrazia, quali “Repubblica” e il “Corriere della sera”: caro de Bortoli, i moderati che veramente si mettono a difesa dei principi in cui credono sono stati nella storia i più radicali, ma devono avere la forza e il coraggio di andare fino in fondo in un momento come questo. Rodotà, Don Luigi Ciotti, le battaglie sui principi di questi anni condotte da Landini sono patrimonio civile di tutti. Senza la Fiom di Landini i tre operai reintegrati in via definitiva in Fiat l’altro giorno non ci sarebbero stati. E’ l’Italia che non ha mai piegato la testa e che nello stesso tempo non ha mai ceduto alle fascinazioni demagogiche. Don Ciotti lavora da decenni per la legalità nel nostro Paese. Rodotà ha speso la sua vita a spiegarci la forza rivoluzionaria dei principi fissati nella Costituzione e che nel suo illuminante libro, “Il diritto di avere diritti”, Laterza, identifica oggi la “connessione tra l’astrazione dei diritti e la concretezza dei bisogni che mette all’opera soggetti reali”, quella che Rodotà defnisce “un’operosa molteplicità di donne e uomini che trovano, e soprattutto creano, occasioni politiche per non cedere alla passività e alla subordinazione”.

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Quella piazza sarà piena di elettori anche del Pd. Oltre che di tanta, tantissima altra gente, il sindacato, i partiti della sinistra, decine e decine di associazioni che costituiscono la spina dorsale viva del Paese e che costruiscono da decenni in silenzio ma, per fortuna, inesorabilmente, tale da rendere piazza del Popolo a Roma insufficiente a contenere tutti. Ci vuole un segnale nazionale forte, essere lì per dire chiaramente da quale parte si sta. Con nettezza, con coraggio.

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