Il Pdl si spacca dopo la fiducia a Letta
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Il Pdl si spacca dopo la fiducia a Letta

I ministri vicini a Berlusconi spiegheranno le ragioni del dissenso alle ore 11. Nella notte un vertice dei dissidenti a Palazzo Grazioli.

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3 Ottobre 2013 - 09.42


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I ministri del Pdl hanno previsto di fare una conferenza stampa stamani alle 11 per spiegare le ragioni del dissenso che si è creato all’interno del partito in vista del voto al governo. Nel corso della riunione di ieri sera tra i dissidenti del Pdl si sarebbe deciso anche di mettere a punto un documento politico per il dialogo da presentare nel dibattito interno al partito.

Lupi: nessuno ha tradito, ha vinto l’Italia – “Nessuno ha tradito oggi – ha spiegato il ministro Maurizio Lupi lasciando la riunione di dissidenti del Pdl – sono contento, oggi ha vinto l’Italia. Abbiamo lavorato per una maggioranza molto forte e siamo contenti di aver portato sulle nostre posizioni tutto il Pdl, grazie alla sintesi fatta da Berlusconi”.

La riunione dei dissidenti Pdl è terminata attorno alla mezzanotte e mezza. Andando via il ministro Beatrice Lorenzin, è stata contestata da alcuni malati e disabili che protestano giorno e notte davanti Montecitorio. Lorenzin si è fermata a parlare con loro. Sui metodi sperimentali, ha spiegato, “ho fatto la legge per la sperimentazione e umanamente vi sono vicina ma non posso sostituirmi alla valutazione dei medici e degli scienziati e alle regole”.

Santanchè: Alfano farà la stessa fine di Fini – Ieri in Parlamento “ho dovuto masticare un boccone amaro ma non è ancora finita”, ha confidato Daniela Santanchè in una intervista alla Stampa. “Verdini ‘non ha sbagliato niente. Perdere una battaglia non significa perdere la guerra” – ha proseguito l’onorevole che parlando aggiungendo che Angelino Alfano farà la stessa fine di Gianfranco Fini: “Anche Fini era il grande vincitore. Per i sondaggi e per tutti i giornali. Era applaudito dal centrosinistra. Era acclamato come il salvatore della patria. Mi sa dire dov’è ora Fini?”.

Per lei, chi ha vinto è comunque Berlusconi “è un genio”, è “come il Crodino, fa impazzire il Pd”. Certo, se nel partito adesso “inizieranno a tagliare davvero le teste, questo non potrà più essere il mio partito. Non si può chiedere più democrazia e poi non darla”.

Quanto all’ipotesi di nuovi gruppi, “non credo che reggeranno. Ne parleremo quando diventeranno, se mai lo diventeranno, realtà”. Ieri comunque “non è finita l’era Berlusconi. Ne è iniziata una nuova. E io sono in prima linea”. “Da oggi siamo in un altro mondo. E io ho votato la fiducia. Ma, mi ascolti bene, l’ho votata a Berlusconi, non al governo Letta”.

Cicchitto: non vogliamo parlare di scissione – La nascita di nuovi gruppi Pdl – per Fabrizio Cicchitto “è una questione tutta da vedere. Al Senato, poi, la situazione è tranquilla vista anche la guida di Schifani”. Così Fabrizio Cicchitto, lasciando la riunione dei dissidenti Pdl. A chi gli domanda dell’ipotesi di una scissione Cicchitto risponde: “non abbiamo esaminato questo termine nemmeno lontanamente. Non avremo un atteggiamento scissionista ma nemmeno di appiattimento”.

Lorenzin: in atto confronto tra due classi dirigenti incompatibili – Dura il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin: nel Pdl “è in atto un confronto tra due classi dirigenti che stanno diventando sempre più incompatibili e che hanno due visioni diverse sul Paese e sul metodo che dobbiamo usare tra di noi per prendere le decisioni. In Parlamento – ha sottolineato – alla fine Berlusconi ha fatto “quello che noi avevamo chiesto fin dall’inizio”.

E poi ha detto che non c’è stato “nessun parricidio, non uccidiamo il padre politico, anzi l’abbiamo protetto dall’estremismo”. Ieri “c’è stata una rappresentazione plastica della frattura, rafforzata dai documenti di adesione al progetto di Alfano. Noi siamo il Pdl, per aderire a Forza Italia ci dovrebbe essere un chiarimento molto forte sulla linea politica e l’ideologia”.

E il punto non è “dove andiamo, ma dove restiamo”. A proposito delle dimissioni da ministri, Lorenzin chiarisce che la pattuglia del Pdl al governo ha accettato di rassegnarle, ma “abbiamo ritenuto inaccettabili le modalità di quella richiesta, e l’idea stessa di far cadere il governo. L’Italia non se lo può permettere”. Ma non ci sono traditori, solo un modo di “difendere Berlusconi diverso da chi vuole occupare gli aeroporti o accamparsi sotto il Quirinale. Alfano ha detto diversamente berlusconiani, io dico normalmente berlusconiani. Si può ancora essere normali?”.

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