«I miei avvocati dicono che il mio futuro è infausto. Mi faranno marcire in galera. E come ci dimostra il caso Tymoshenko, dopo molte manifestazioni alla fine anche la ribellione contro queste vicende si placa». Nell’incontro di oggi con gli europarlamentari del Pdl, Silvio Berlusconi ha paragonato la propria situazione giudiziaria con quella della ex premier dell’Ucraina e leader dell’opposizione Julya Tymoshenko.
L’eroina della Rivoluzione arancione è in carcere dal 2011 dopo essere stata condannata a sette anni di reclusione in un processo che molti osservatori ritengono di matrice politica. L’ex premier ha quindi rivelato che fu l’amico Putin a metterlo in guardia durante uno dei loro numerosi incontri. «Putin mi aveva avvertito che me l’avrebbero fatta pagare. Mi aveva detto che avrei fatto la fine della Timoshenko».
Mentre Berlusconi si lanciava in questi paragoni arditi i suoi legali stavano depositando la richiesta di affidamento in prova ai servizi sociali affinché l’ex premier sconti la condanna definitiva per frode fiscale nell’ambito del processo Mediaset. Sarebbe l’ennesima mossa per prendere tempo dato che a Milano, in questi casi, ci vogliono almeno quattro-cinque mesi per la fissazione dell’udienza di convalida.
Argomenti: silvio berlusconi