La legge di Stabilità varata dal Consiglio dei ministri scontenta tutti, dai sindacati a Confindustria. Ma mentre la reazione degli industriali risulta tutto sommata blanda, quasi pro forma: il Governo “ha avuto poco coraggio”, quella dei rappresentanti dei lavoratori è destinata ad accendere la miccia di un nuovo “autunno” caldo.
A 24 ore dalla manovra Cgil e Uil hanno deciso di reagire con una protesta forte dicendosi pronte allo sciopero puntando in particolare il dito contro le misure che riguardano il pubblico impiego: dal blocco dei contratti a quello del turn over, dal taglio degli straordinari alle misure sulla liquidazione. “A me sembra – ha detto il segretario Uil, Luigi Angeletti – che l’unica preoccupazione di questa legge di stabilità sia stata di stabilizzare la tenuta del governo, non l’economia. A pagare non possono essere sempre i soliti”.
Da parte della Cgil, il segretario generale della Fiom Maurizio Landini promette un incontro di Fiom, Fim e Uilm lunedì prossimo “per arrivare ad uno sciopero generale dei metalmeccanici, non solo per il lavoro e per una diversa politica industriale, ma anche per cambiare una legge di stabilità totalmente inadeguata”.
Pur senza parlare direttamente di sciopero, il segretario generale della Cgil Susanna Camusso ha ricordato che “con la Cisl e la Uil abbiamo una piattaforma unitaria” e quindi “nelle prossime ore vedremo come trasformare una mobilitazione in tutte le forme utili a sostenere la nostra piattaforma”.
Più cauta invece la Cisl. : dalla legge di stabilita’, “Ci aspettavamo molto di piu'”, ha affermato il segretario generale, Raffaele Bonanni, ma “dopo anni e anni è la prima volta che invece di caricarci di tasse c’è addirittura un segno positivo, un segno meno” in tema di tassazione.
Dal canto loro gli industriali non nascondono una certa delusione: “I passi sarebbero anche nella direzione giusta, ma ancora una volta sono passi non sufficienti a far ritrovare la crescita: spero si possa intervenire ulteriormente e fare qualcosa di più”, ha detto il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi. Il quale poi si è rivolto con una paternale ai sindacati: “Credo che invece di ricorrere allo sciopero bisognerebbe rimboccarsi le maniche e spingere nella direzione giusta il Paese”.