Seconda giornata della Leopolda a Firenze. Ad aprire il sindaco Matteo Renzi che ha ricordato le regole del gioco per gli interventi: 4 minuti a testa. “E’ una bella novità avere con noi il segretario del Pd”. Lo ha detto Matteo Renzi dal palco della Leopolda accogliendo l’arrivo di Guglielmo Epifani. E poi: “C’e’ tanta voglia di proporzionale. Ma noi la voglia di proporzionale la facciamo passare perchè bisogna sapere chi governa, servono le garanzie”.
“Ecco un assaggio di che cosa succederà l’8 dicembre…”. Matteo Renzi ironizza dal palco della Leopolda presentando un video con Antonio Albanese-Cetto Laqualunque che, durante una gita in pullman, invita i viaggiatori a votare per lui con tanto di scheda elettorale per far vedere dove mettere la propria croce.
“Non è un’iniziativa del Pd, è un’iniziativa che parla anche ad altri mondi”, ecco spiegato perchè alla Leopolda non ci fossero insegne di partito. Nella brochure distribuita in sala, a proposito dello stile, si sottolinea: “No loghi politici”.
Matteo Renzi: Macbook Air e microfono anni ’50 davanti alla bocca; terminato il collegamento con La7, Matteo Renzi si cala nel ruolo di deejay mentre inizia la discussione nei cento tavoli tematici della Stazione Leopolda.
Al via la seconda giornata della Leopolda a Firenze.
A dare il via ai lavori della kermesse, dopo il collegamento tv del sindaco di Firenze con La7, l’organizzatrice Maria Elena Boschi insieme ai conduttori delle passate edizioni della Leopolda: Roberto Reggi (2012) e Davide Faraone (2011); unico assente Pippo Civati, co-conduttore nel 2010 e oggi avversario di Renzi nella corsa alla segreteria del Pd.
A ogni tavolo, coordinato da sottosegretari, parlamentari o amministratori locali, una decina di persone a confrontarsi per 90 minuti su diversi temi: dalla legge elettorale al femminicidio, dalla politica fiscale alla ‘Green Italy’, ma anche lo Ius Soli, il rischio idrogeologico, i piccoli comuni. Nell’elenco dei moderatori, oltre ai renziani della prima ora, figurano il sindaco di Bari Michele Emiliano (sicurezza urbana), la deputata Pd Marianna Madia (pensioni), il presidente della Regione Liguria Claudio Burlando (infrastrutture immateriali), Edoardo Nesi (Made in Italy) già presente negli anni scorsi alla Leopolda.
Niente ”cori bulgari di piagnisteo”, ma una fotografia dell’ ”Italia che cresce”: alla vigilia della nuova Leopolda, la convention ormai collaudata che parte oggi nella vecchia stazione ferroviaria alle porte della città, il sindaco di Firenze Matteo Renzi delinea così l’appuntamento. Dalle 18 la platea ospiterà cento tavoli: “Quando i parlamentari avranno finito il loro lavoro a Roma – racconta il sindaco in un’intervista radiofonica – cento di loro animeranno altrettanti tavoli su argomenti diversi, su temi specifici. Tavoli senza cibo, ovviamente…”.
Il leader del Pd Guglielmo Epifani sarà gia’ sabato 26 ottobre alla Leopolda: “Sono stato invitato e penso sia giusto partecipare e soprattutto ascoltare”, ha detto parlando a Bolzano.
Ai temi di attualità come quelli del lavoro, dell’economia e della legge di stabilità se ne aggiungeranno altri di portata più ampia come quelli dell’ambiente, dell’immigrazione, del femminicidio, del sovraffollamento delle carceri. Un tavolo sarà dedicato anche all’Expo’ 2015. Sabato invece sarà il giorno del racconto “dell’Italia che cresce, che va bene”, indica ancora Renzi spiegando così la filosofia della kermesse.
“Sembra che ci sia un’Italia rassegnata, dove l’invidia prende il posto dell’ammirazione”, pungola. Anche sui social network la Leopolda si presenta con un “benvenuti nella terra degli entusiasti” e il tema di fondo su cui gli interventi di 4 minuti ciascuno saranno chiamati a confrontarsi è “diamo un nome al futuro”. L’organizzatrice della convention, la giovane parlamentare fiorentina Maria Elena Boschi, ha cominciato il countdown: ”Una bella faticaccia, ma vogliamo accogliere al meglio tutti coloro che arriveranno, in un clima sereno e festoso, deve essere un’occasione anche per le famiglie”, dice prima di correre alla stazione Leopolda dove si stanno montando i tavoli e fervono gli ultimi preparativi.
Nessuna anticipazione sui nomi più o meno noti. Ma si sa già che ci saranno, ad esempio, gli scrittori Alessandro Baricco e Edoardo Nesi che, pronto a lasciare Scelta civica, guarda a Renzi. Così come Antonio Campo Dall’Orto, l’uomo che ha rivoluzionato la tv con Mtv. Non ci sarà invece il babbo di Bobo, Sergio Staino: “Tanto viene Epifani”, sorride. Numerosi i sindaci che si fermeranno dopo l’assemblea nazionale dell’Anci che si è tenuta a Firenze, a partire da Piero Fassino. E poi Burlando presidente della Regione Liguria.
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