Un consigliere regionale dell’Emilia-Romagna, ancora senza nome, per farsi bello andava alle cene di beneficenza poi si faceva rimborsare il costo dalla Regione. Un altro, Thomas Casadei del Pd, ha messo nella nota spese 2 scontrini da 50 centesimi l’uno per andare a fare pipì nei bagni pubblici. Si è giustificato dicendo che sarà stato sicuramente un errore della segretaria.
I consiglieri grillini, guardiani della moralità e dell’etica pubblica, hanno invece messo in nota spese un divano letto, un phon e diversi megafoni. Si sono difesi spiegando che il divano era letto solo per l’Ikea e che i megafoni, come capirebbe ache un bambino, sono strumenti indispensabili all’attività istituzionale. Del phon invece si sono perse le tracce e le motivazioni.
Comunque nulla in confronto ai gioielli che il capogruppo e almeno un altro consigliere del Pdl hanno acquistato da Tiffany per i regali di Natale a amiche e segretarie. In un caso il regalo è stato rimborsato dalla Regione (480 euro al capogruppo). Nell’altro no. “Peccato – si è rammaricato il consigliere – erano collanine per le mie segretarie. Sa, loro non prendono la tredicesima”.
Lo stesso capogruppo Pdl, Luigi Villani – ora ex dopo che è stato arrestato nell’ambito delle inchieste sul malaffare al Comune di Parma ai tempi della giunta di centrodestra guidata dal sindaco amico di Gianni Letta, Pietro Vignali – organizzava gli incontri con amministratori e militanti di partito in trattoria, poi il conto (1.750 euro per 50 coperti, in un caso) lo faceva pagare a tutti noi.
E che dire del capogruppo del Pd, Marco Monari, che invece per gli incontri riservati portava i suoi ospiti (uno, due alla volta) nei ristoranti “in” di Bologna, Roma, Padova e della Riviera spendendo dai 150 ai 200 e passa euro a cranio salvo metterli poi, naturalmente, in conto alla Regione?
Non sarà Fiorito-Batman, l’oscenità del Suv privato comprato coi soldi pubblici alla Regione Lazio. Non saranno la corruzione, le tangenti e il malaffare emersi nelle inchieste che hanno riguardato gli scandali sui costi della politica in altre Regioni d’Italia. Ma quel che va emergendo nella civile Emilia-Romagna è comunque una vergogna, la conferma di un sistema malato e di una classe politica mai così indecente e sfrontata.
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