Li abbiamo visti manifestare infinite volte contro gli idranti e le cariche della polizia, senza che la tv ci spiegasse le ragioni e neppure la differenza con le analoghe proteste italiane. Analoghe solo in apparenza perché in Cile il costo degli studi tocca livelli esorbitanti per le famiglie che devono ricorrere a onerosi prestiti in banca, la cui restituzione mette in crisi i bilanci familiari già gravati da forti esborsi per l’assistenza medica e pensionistica, quasi tutta in mano a provati.
I temi al centro delle lunghe lotte degli studenti hanno così caratterizzato la vivace campagna elettorale tra le due principali candidate alla presidenza: Michelle Bachelet della sinistra ed Eveline Matthei candidata del centro destra. Se i temi sono stati analoghi, forti invece le differenze di linea politica.
La Bachelet ipotizza nel programma anche una riforma costituzionale per consentire maggiori interventi in economia e a favore dei settori più deboli e del ceto medio.
Il centro destra si scaglia contro lo statalismo, che allontanerebbe gli interventi stranieri impoverendo tutto il Cile. Sono tematiche di ogni campagna elettorale ma che in Cile ricordano tragiche contrapposizioni di tanti anni fa con la violenta deposizione di Allende, ma che ormai dovrebbero aver vaccinato i cileni di sinistra e di destra.
Le due candidate si sfideranno ora al ballottaggio e la Bachelet è ritenuta fortemente favorita, addirittura era considerata anche dalla stampa Usa vincitrice al primo turno. Ma i ballottaggi possono sempre riservare sorprese: l’essenziale è che il Cile possa uscire da questo forte scontro elettorale più aperto al cambiamento positivo della società cilena e rafforzato nelle sue prospettive democratiche.
Due donne in lizza per il Cile degli studenti
I temi al centro delle lotte studentesche hanno caratterizzato la campagna elettorale tra Michelle Bachelet ed Eveline Matthei. Adesso si va verso il ballottaggio.
Nuccio Fava Modifica articolo
19 Novembre 2013 - 17.05
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