Dal palco della convenzione nazionale del PD, che lancia la corsa alle primarie dell’otto dicembre, Matteo Renzi all’attacco di burocrazia e Europa. “Qui c’è un’Italia che non si rassegna alla tecnocrazia e al Governo dei burocrati. Noi – ha detto – non ci rassegniamo ad essere dei numeri, dei codici fiscali, ma vogliamo essere protagonisti”.
“Guardando i giornali – ha aggiunto il sindaco di Firenze – il Pd esce come lo zimbello della comunicazione, è considerato come uno di quelli con cui è facile prendersela. Perché si passano settimane a discutere se ci siano state vicende discutibili in alcuni circoli ma si ignora che nell’Italia di oggi a restituire dignità alla politica siamo rimasti solo noi”.
Il candidato alla segreteria del Pd ha poi ribadito: “Se a questo giro è capitato a me di essere in testa e vedremo cosa succederà l’8 dicembre, questo significa che questo partito è veramente libero e scalabile da chiunque. Se ce la faccio io, ce la può fare chiunque, in modo libero, anche un po’ arzigogolato come stiamo facendo noi. Berlusconi ha annunciato un colpo segreto. Mi dicono: non hai paura? A me fa sufficiente paura il disegno chiaro che è quello di creare un centrodestra à la carte” con Fi, Alfano, Fratelli d’Italia, la Lega e poi “presentarsi insieme alle elezioni per sconfiggere la sinistra”.
Matteo Renzi ha chiarito che se vincerà il congresso del Pd sposterà alla Camera l’esame della legge elettorale. E che saranno tre i paletti sul sistema elettorale che detterà per la maggioranza: certezza della vittoria, governabilità e durata del governo.
“Il Pd deve fare una gigantesca campagna sulla scuola. Sarà la prima iniziativa su cui chiederò il voto. Per rifare il Paese si riparte da lì, dagli asili, non dallo spread”, ha detto Matteo Renzi alla Convention del Pd.
“Se tra i tanti che non andranno a votare le primarie, quest’anno non verranno a votare i banchieri, io sarò contento. Non vengano alle primarie, i banchieri. Lavorino nell’interesse dei piccoli artigiani e delle famiglie”, ha poi sottolineato.
E poi ha concluso: “Grillo fa il Vaffa Day la settimana precedente le nostre primarie” e concentra in un giorno “gli insulti agli altri, poi però negli altri 364 giorni i suoi parlamentari insultano gli elettori” non realizzando le cose che si erano impegnati a realizzare.
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