Lo schiaffo del Cav, Forza Italia all'opposizione
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Lo schiaffo del Cav, Forza Italia all'opposizione

Berlusconi e i suoi voltano le spalle al governo Letta. Ora stop alle riforme e in bilico 200 deputati. Fi chiede le dimissioni di Letta. L'atteso voto in serata.

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26 Novembre 2013 - 15.34


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Come preannunciato, Forza Italia è uscita dalla maggioranza che sostiene il governo Letta. Lo stesso Silvio Berlusconi aveva detto che, senza modifiche alla finanziaria, il partito avrebbe preso questa decisione. “Oggi è finito il governo delle larghe intese, si chiude una fase e si apre un nuovo capitolo nella politica italiana”: così i capigruppo di FI al Senato e alla Camera, Paolo Romani e Renato Brunetta.

I forzisti e i berluscones più fedeli abbandonano le larghe intese tanto volute mesi fa. “Non ci sono più le condizioni” perchè Forza Italia “stia in maggioranza”, ha detto il capogruppo di Fi al Senato, Paolo Romani. Della decisione sono stati messi al corrente sia Napolitano che Letta. “Mettiamo a regime una patrimoniale e questo è dirimente e non ci permette di votare la legge di stabilità. Se dovessimo votarla come potremmo presentarci al nostro elettorato?”, ha detto il capogruppo di Fi Brunetta nel corso della riunione dei gruppi. Parole, raccontano, accolte con un applauso.

Della decisione, prima dell’attesa conferenza stampa, erano stati messi al corrente sia Napolitano che Letta. “Abbiamo deciso di uscire da questo governo, ma prima di annunciarlo in conferenza stampa abbiamo avvertito il presidente della Repubblica che ci ha concesso un’attenzione di cui lo ringraziamo e il premier Letta, che ci ha risposto invece dopo l’incontro con Putin”, hanno spiegato i due capigruppo.

Romani ha spiegato anche il motivo che ha portato FI a non sostenere più Letta: “Tutto nasce anche dal fatto che c’è stata questa determinazione nel far sì che il voto sulla decadenza di Berlusconi avvenisse il 27 novembre”. “Sulla legge elettorale noi attendiamo la pronuncia della Consulta il 3 dicembre. Ma se il premio verrà dichiarato incostituzionale – è l’allarme dei due parlamentari – 200 deputati rischiano di venire ridistribuiti tra i vari gruppi perché non c’è stata ancora la loro convalida”.

“Questa è la legge di stabilità delle poltrone”, ha ribadito Silvio Berlusconi alla riunione. Un passaggio che i parlamentari sottolineano con un applauso.

“Andrà tutto bene”. Questo è il commento del premier Enrico Letta che risponde ai giornalisti che, a Trieste, dove partecipa al vertice italo-russo, lo interpellano sull’atteso voto di fiducia di stasera sulla legge di stabilità.

Il ministro Dario Franceschini in riferimento al voto ha detto: “Il maxiemendamento recepirà il lavoro della commissione Bilancio e integrerà esclusivamente gli emendamenti del governo e dei relatori” già presentati in commissione.

La chiama per il voto di fiducia alla legge di Stabilità inizierà intorno alle 20.30 e il voto dovrebbe dunque arrivare per le 22. Dopodiché sarà convocato il Consiglio dei Ministri per la nota di variazione di Bilancio, che una volta approvata passerà in commissione e poi approderà in Aula. Dopodiché ci sarà la votazione finale sul ddl Bilancio.

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