Decadenza, Renzi: le larghe intese sono saltate
Top

Decadenza, Renzi: le larghe intese sono saltate

Il sindaco di Firenze commenta la decadenza e l'uscita di Forza Italia dalla maggioranza: c'è bisogno di una svolta. Il governo non può andare avanti.

Decadenza, Renzi: le larghe intese sono saltate
Preroll

Desk2 Modifica articolo

28 Novembre 2013 - 10.45


ATF

“Il governo delle larghe intese è saltato e con il ritiro di Forza Italia e Berlusconi non c’è più un governo di larghe intese. Allora questo governo non può continuare ad andare avanti facendo finta che tutto sia rimasto uguale. Bisogna dare una svolta”. Queste le parole di Matteo Renzi, candidato alle primarie del Pd.

“Bisogna fare finalmente le cose che servono – ha detto -. E il Pd in questi mesi, in queste settimane è stato molto prudente, paziente, responsabile. Ok, siamo stati dei good guys, dei bravi ragazzi. Però adesso è il momento di chiedere che le cose si facciano, e quindi ci faremo sentire”.

Il sindaco di Firenze che spiega anche la sua dichiarazione di alcuni giorni fa “Se vinciamo noi e il governo non fa quello che diciamo… finish”. “Finish significa che questo governo è nato in modo un po’ strano, è nato come un governo di larghe intese, tutti insieme per fare le riforme e arrivare alla guida del semestre europeo, dal 1 luglio a 31 dicembre del 2014”.

Leggi anche:  Canone Rai, la maggioranza si spacca: Forza Italia vota con l'opposizione

Quanto alla legge di Stabilità, Renzi sottolinea: “In Italia il modo per creare occupazione è rimuovere gli ostacoli alle imprese. È un po’ come il David di Michelangelo che lei trova qua a Firenze. Quando hanno chiesto a Michelangelo ‘Come hai fatto a fare il David?’ lui ha risposto ‘è stato semplicissimo: il David c’era già. È bastato togliere il marmo in eccesso’. Allo stesso modo ci sono già le condizioni perché l’Italia torni a crescere: bisogna togliere burocrazia, oppressione fiscale e sistema della giustizia. La legge di stabilità non va in questa direzione. È un semplice intervento di tenuta dei conti”. Ma “la vera rivoluzione di cui abbiamo bisogno è una rivoluzione capillare e sistematica e ancora non è iniziata. Speriamo di farla partire noi”.

Native

Articoli correlati