Ora che è decaduto Silvio Berlusconi, ora che il Nuovo centrodestra ha puntellato il governo, ora che l’agenda non la detta più il centrodestra, ora che le larghe intese sono finite “è il momento che il Pd smetta di fa re il bravo ragazzo e si faccia sentire, sennò…finish”.
Matteo Renzi torna all’attacco sul governo e sulle “cose da fare”. Uno sprone da parte del candidato alla segreteria, ma anche un avvertimento: dal 9 dicembre “è il Pd a dover dare una svolta”. Parole che sono suonate piu’ che minacciose alle orecchie di Pier Luigi Bersani pronto a riprendere il sindaco di Firenze: “Sul sostegno al governo si decide tutti insieme”.
Per Gianni Cuperlo, diretto rivale di Renzi nella corsa al Nazareno (assieme a Pippo Civati), “il sindaco di Firenze si muove in continuità con il ventennio” di Berlusconi perché “non basta una figura carismatica alla politica. Bisogna avere il coraggio di chiudere per sempre quella storia. Il ventennio che abbiamo alle spalle va chiuso a destra, ma anche a sinistra”. Per il segretario in carica, Guglielmo Epifani, la possibilita’ di andare a nuove elezioni in primavera è “da escludere”.
“Renzi, non presentare niente perché abbiamo un’altra proposta”, il doppio turno di collegio, “che è la proposta del Pd”, manda a dire Bersani. E anche il diretto rivale alla segreteria del partito, Gianni Cuperlo, si dice contrario a una legge elettorale a forte vocazione presidenzialista: “È vero che i sindaci governano per cinque anni, ma è anche vero che le assemblee comunali sono spogliate di molti poteri”, ha sottolineato Cuperlo. “A Cuperlo sembra abbiano fatto una trasfusione del livore di D’Alema e del linguaggio di Forlani ma il risultato delle primarie non cambierà”, ha risposto Roberto Giachetti, vicepresidente della Camera e renziano di ferro.
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