Renzi sfida Grillo sulle riforme
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Renzi sfida Grillo sulle riforme

Arriva la sfida al Movimento 5 Stelle con l'hashtag #GrilloFirmaQua: il nuovo leader del Pd detta le sue condizioni.

Renzi sfida Grillo sulle riforme
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15 Dicembre 2013 - 10.50


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Matteo Renzi si prepara ad affrontare uno dei giorni più importanti della sua vita politica. Parlerà all’Assemblea del Pd a Milano, per la prima volta da segretario del partito e di fronte al premier Enrico Letta. Il sindaco di Firenze esporrà la sua agenda, che come primi obiettivi ha la riforma della legge elettorale e i tagli alla politica. Al suo arrivo alla Fiera di Milano è stato letteralmente inseguito dai cronisti, che ha abilmente ‘dribblato’ con un saluto, prima di scomparire sulle scale mobili.

L’anticipata ‘sorpresina’ a Grillo è arrivata durante l’Assemblea, con Renzi che ha lanciato la sfida al Movimento 5 Stelle con l’hashtag #GrilloFirmaQua. Il nuovo leader del Pd si dice pronto a rinunciare a 45 milioni di euro dei rimborsi, in cambio di una nuova legge elettorale, dell’abolizione delle Province e della revisione del bicameralismo. «Caro Grillo hai 160 parlamentari decisivi per fare le riforme – ha detto Renzi – io sono disponibile a rinunciare ai 40 milioni del prossimo anno se tu ti impegni per superare il Senato, abolire le Province e sulla legge elettorale».

“Per quanto mi riguarda la correttezza delle relazioni è fondamentale, quello che penso io lo dico in faccia e l’unico modo per uccidere i retroscenisti è utilizzare lo stesso linguaggio fuori e dentro. Al centro non c’è il destino personale di uno o dell’altro, abbiamo sulle spalle la responsabilità dell’Italia”. Così Matteo Renzi, aprendo il suo intervento, sul suo modo di rapportarsi anche con il premier Enrico Letta. ”Se noi siamo un partito politico è perchè abbiamo a cuore l’idea di un’Italia capace di innamorarsi e di fare innamorare”. Renzi ha aggiunto ”non siamo quindi semplicemente a ragionare di noi ma cosa fare perchè l’Italia cambi con l’orgoglio del suo passato ma guardando verso il futuro”. La sfida alle primarie è ”stata leale” e l’offerta della presidenza del Pd a Gianni Cuperlo ”è tutto tranne il tentativo di ‘do ut des’, ma è il tentativo di un partito che non solo ha indicato la strada” ma in cui ”insieme si è più forti”. ”Restiamo ribelli” e cambiamo l’Italia. ”Ciascuno di noi ha il suo pantheon di ribelli”, ha detto Matteo Renzi.

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”Ma l’essere ribelli è soprattutto una sfida con se stessi”, ha aggiunto. ”Si è ribelli se ciascuno di noi prova a cambiare la quotidianità: dobbiamo essere capaci di cambiare nel nostro piccolo l’Italia”. ”Il voto degli elettori delle primarie è l’ultimo appello che ci hanno dato per dire: cambia il Pd per cambiare l’Italia. Non hanno votato solo il candidato ma il Pd, visto come unico interlocutore per un cambiamento senza se e senza ma”. ”Non si tratta di fare la pacificazione fra noi e Berlusconi ma si tratta di fare la pace con gli italiani, di fare la pace fra i politici e gli italiani”. ”La rottamazione si è imposta come il bisogno di chi crede nella politica di un netto stacco rispetto al passato. O si volta pagina o il passato è confinato in un museo. Ha senso difendere la nostra storia solo se capaci di scrivere una pagina nuova. Casa nostra è sulla frontiera non al museo delle cere”. ”Se alle prossime europee si va con risultati di governo balbettanti la responsabilità non ce l’avranno né Grillo né Berlusconi, la responsabilità cadrà tutta in toto in testa al Pd”. Ha detto il segreatrio del Pd annunciando ”una agenda per il prossimo anno” di governo e ”una visione per i prossimi 15 anni in Italia”. ”L’Europa non è il nostro salvatore ma senza l’Italia l’Ue non va da nessuna parte e in questo tutti noi dobbiamo aiutare Enrico nel semestre europeo. La Merkel è diventata in passato un’alibi per tutti ma mettere a posto i conti non si fa per la signora Merkel ma per una normale dignità verso i tuoi figli”.

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LETTA ‘Oggi, Matteo, dopo 8 mesi in cui, sulla mancata elezione del presidente della Repubblica abbiamo rischiato la fine del Pd, siamo qui, e il nostro partito è il baricentro, il pilastro della democrazia. Vorrei fosse chiaro a noi stessi”. “Venendo qui stamattina – ha detto Letta – mi è venuta in mente l’immagine più dura della nostra storia recente: il 18-19 aprile quando in una sala buia e trista non abbiamo trovato la soluzione per far uscire il Parlamento dall’empasse sulla presidenza della Repubblica. Mi ha ricordato il film ‘Habemus Papam’ quando davanti alla rinuncia tutti si perdono”. ”Dalla forza e dalla centralità e dalla resilienza del Pd saremo in grado di ricostruire la democrazia italiana che è duramente attaccata e in forte difficoltà”, facendo cose concrete ”a partire dalle riforme istituzionali e dalla legge elettorale”.

”Sono convinto che l’Italia ce la farà se il Pd ce la farà. E soprattutto, uniti non ci batte nessuno”, ha detto Letta durante il suo intervento. Poi sul movimento dei Forconi: ”Rispetto a tutti quelli che stanno lisciando il pelo a chi protesta in questi giorni, vorrei ricordare” che a capo c’è ”gente che sta da altra parte rispetto a tutti i valori che cerchiamo di rendere forti qui in Italia”.

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