Non sono tenere le parole di Matteo Renzi alla sua prima direzione del Pd dopo la vittoria delle primarie dell’8 dicembre. “Nell’ultimo periodo sulle riforme è un elenco di fallimenti” ha puntato il dito il segretario dal palco “nessuna riforma elettorale, è saltata l’ipotesi di una grande riforma istituzionale fermata alla quarta lettura. Da qualche anno sul tema delle riforme abbondano i ministri, scarseggiano i risultati. Il Pd si gioca la faccia”. Perché una eventuale campagna elettorale con la coppia Grillo-Berlusconi rischierebbe di far cadere la responsabilità delle mancate riforme proprio sul Partito Democratico: ” se non c’è consapevolezza questo noi saremo spazzati via” ha detto Renzi.
Inevitabile anche un commento sull’atteso rimpasto di governo, dopo le notizie degli ultimi giorni. “Chi propone un rimpastino sta drammaticamente perdendo di vista l’obiettivo essenziale” ha detto ancora Renzi, precisando che non è quello di sostituire due ministri con dei renziani ma “creare un sistema di governo che duri per i prossimi vent’anni”. Il sindaco di Firenze ha anche tenuto a precisare di essere stato “l’unico nel Pd che non ha mai messo un termine ultimo al governo. Ho sempre detto che va avanti finchè si fanno cose e si realizzano risultati”.
Immediata la replica, a distanza, del presidente del Consiglio. “Sono d’accordo con Renzi sulla necessità di un nuovo inizio dell’azione di governo, mi sono impegnato in questa direzione e conto di arrivare ad un risultato positivo a breve – ha dichiarato Enrico Letta -. Ovviamente ho un giudizio diverso sui nove mesi di lavoro” vissuti, ha ricordato Letta, “in uno dei tempi più complessi e travagliati della nostra storia recente che questo governo ha dietro le spalle”.
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