Grillo contro la sintonia Renzi-Cav: è un'allucinazione
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Grillo contro la sintonia Renzi-Cav: è un'allucinazione

Il leader dei Cinque Stelle accusa: le leggi non le possono fare due extraparlamentari come Renzi e Berlusconi. E lancia ancora attacchi contro i giornalisti.

Grillo contro la sintonia Renzi-Cav: è un'allucinazione
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19 Gennaio 2014 - 17.29


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“Profonda Sintonia, Profondo Rosso, Sprofonda Italia”. Non poteva mancare il commento di Beppe Grillo sull’incontro di ieri tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. Il leader Cinque Stelle lo ha pubblicato oggi sul suo blog, con un post ironico in cui descrive “un’Italia in preda alle allucinazioni e ai dejà vu”.

“Sono riapparsi D’Alema che stringeva la mano allo statista Berlusconi della Bicamerale e Veltroni fotografato accanto all’amico Berlusconi sovrapposti a Renzie in Profonda Sintonia con il pregiudicato Berlusconi” scrive il comico genovese che poi si lancia in un attacco al Cavaliere. “Le allucinazioni hanno origine in assenza di una qualsiasi realtà esterna. Vediamo, udiamo, percepiamo cose che non esistono. Eppure sono presenti nella nostra mente. Le crediamo reali – continua Grillo -. Noi riteniamo possibile che Berlusconi possa esistere in una democrazia. Riteniamo che i conflitti di interesse, i suoi processi, le sue frequentazioni mafiose con personaggi come l’eroico Mangano, siano fole, balle, invenzioni. Le allucinazioni, come scritto dal neurologo Oliver Sacks, tendono ad allarmare. Spaventano. Per questo ci sono le cure”.

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In una giornata del genere, Grillo non poteva far mancare l’ennesimo attacco ai giornalisti. “Noi, al posto degli psicofarmaci abbiamo i giornalisti. Ci tranquillizzano. Dicono che è per il bene del Paese” è l’ennesima accusa del fondatore del M5S, “Berlusconi è, di volta in volta, un riformatore, uno statista, un perseguitato. L’italiano è inerme di fronte a questo fenomeno allucinatorio che dura da vent’anni”. Grillo chiude scrivendo che “la Profonda Sintonia con un pregiudicato al quale vengono affidate le sorti del Paese attraverso una nuova legge elettorale è un’allucinazione” perché “non può essere che il pregiudicato entri un sabato pomeriggio nella sede del PD di Roma come se fosse Augusto portato in trionfo”. Le leggi – conclude Grillo – “si fanno in Parlamento non in una stanza con due extraparlamentari, uno in attesa del gabbio”.

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