Elezioni in Sardegna: il public speech di Pigliaru a Cagliari
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Elezioni in Sardegna: il public speech di Pigliaru a Cagliari

Analisi sull’intervento con il quale il candidato del centrosinistra Francesco Pigliaru ha aperto la campagna elettorale per la Regione. [Franco Donnini]

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20 Gennaio 2014 - 18.22


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di Franco Donnini

Il public speech di Francesco Pigliaru alla Fiera di Cagliari è l’intervento con cui ha aperto la campagna elettorale del centrosinistra , davanti a circa 1200 persone, a me è piaciuto e l’ho trovato autentico e convincente.

I temi che ha toccato sono quelli cari alla nostra gente: istruzione, parola molto ricorrente nel suo speech, scuola e pari opportunità. Ha fatto appello anche al coraggio dei sardi e a quello richiesto al centrosinistra per vincere la sfida populista lanciata dal centrodestra di Cappellacci. Il coraggio di fare ai cittadini/elettori sardi proposte di governo con lo sguardo rivolto all’orizzonte, “con lo sguardo lungo” ha detto precisamente, invece che sulla perpendicolare dei loro nasi. Tale impostazione, se da un lato è esattamente quello di cui abbiamo enormemente necessità, cioè disegnare un futuro per questa Regione, dal lato apposto rischia di esporre la proposta politica della sinistra a trazione Pigliaru ai facili attacchi demagogici di Cappellacci & C. Il primo discorso pubblico del professore è stato apprezzato e compreso dalle fasce elettorali più politicizzate e con un livello di istruzione medio-alto/alto. Questo è già un aspetto interessante e positivo del suo public speech, ma non ci si aspettava nulla di diverso e niente di meno di questo da un professore universitario.

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Le criticità che ho rilevato nel discorso di Pigliaru consistono principalmente nell’uso di un registro comunicativo largamente – direi anche prevalentemente – tarato su segmenti e gruppi di elettorato socio culturalmente più evoluti. Sono stati saltati a piè pari i segmenti oggi maggioritari in Sardegna, ovvero gli elettori di fascia bassa, quelli meno scolarizzati e con seri problemi di sussistenza. E’ stata ignorata la cosiddetta “pancia della Sardegna”. Lo stesso errore che commise Soru nel 2009. Ricordo ancora le analisi dei flussi post voto. Badate bene, questo errore non è stato fatto con la sola riduzione dei temi più sensibili per le suddette fasce elettorali, ma proprio con il linguaggio mediante il quale le stesse idee sono state declinate. La campagna elettorale sarà breve e intensa, questo significa che ci saranno ridottissimi spazi di miglioramento per tutti i candidati.

Prendere atto immediatamente di queste criticità è fondamentale per contrastare la demagogia e la menzogna diffuse senza ritegno né pudore dal centrodestra. E’ fondamentale per guadagnarsi la fiducia e il consenso di chi in questo momento non ha né la lucidità né la capacità di seguire discorsi troppo complessi e articolati, vuoi perché è molto vicino alla polvere del terreno e fatica a vedere l’orizzonte, vuoi perché è accecato dalla rabbia e dall’impotenza di una situazione della quale non ha alcuna responsabilità. Allora si avvicini di più alla polvere Pigliaru, avviciniamoci tutti di più alla polvere perché “oggi” è lì che, purtroppo, si trovano molti cittadini sardi. Buon lavoro a tutti!

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*pubblicitario, esperto di comunicazione e mass media

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