Quella del Cavaliere non è una rinascita ma «dopo l’incontro con Renzi Berlusconi ha dimostrato che non si è fatto ammazzare. Dicevano: la Terza Repubblica inizierà il giorno che Berlusconi sarà morto. L’atto di nascita porta invece la sua firma» mentre i «veri sconfitti» sono i magistrati. Parola di Daniela Santanchè, che interviene ancora una volta in difesa del suo leader, attaccato nelle ultime ore dopo l’incontro nella sede del Pd col sindaco di Firenze.
«La fine di una guerra è la conseguenza di una prova di forza, non di una debolezza – spiega la deputata e dirigente di Forza Italia. – Chi è debole e tratta ad oltranza è destinato a essere travolto». «Per mesi ci hanno additato come il problema per una pacificazione. Invece siamo stati la soluzione».
«Alfano se ne è andato dicendo che in un partito dove ci sono Santanchè e Verdini si resta isolati dal mondo – ha aggiunto l’azzurra. – Bene. Noi siamo entrati, graditi e riveriti ospiti, nella sede del Pd. Lui sta elemosinando una telefonata di Renzi per sapere come è andata e dal segretario del Pd riceve sfottò e disprezzo».
«I veri sconfitti di ieri – ha sottolineato Santanchè – sono i magistrati. Il loro sporco tentativo di rendere impresentabile Berlusconi è fallito definitivamente. Possono anche arrestarlo domani mattina, ma dopo ieri per la storia e per l’opinione pubblica in cella non finirebbe un pregiudicato ma uno statista perseguitato politico. E offro un consiglio non richiesto a Napolitano: prenda atto che aveva sbagliato visione politica e giudizio sulla persona e firmi una grazia tombale all’uomo che da vent’anni si sta prendendo il Paese sulle spalle».
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