Napolitano: vigilare contro l'antisemitismo
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Napolitano: vigilare contro l'antisemitismo

69 anni dopo l'orrore dell'Olocausto. Dopo le minacce agli ebrei di Roma, il Capo dello Stato ha detto: è una miserabile provocazione. Renzi: non è un film, non accada mai più.

Napolitano: vigilare contro l'antisemitismo
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27 Gennaio 2014 - 12.26


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Sono passati 69 anni da quel 27 gennaio 1945, quando le truppe dell’Armata Rossa aprirono i cancelli di quell’Inferno chiamato Auschwitz. E il mondo ricorda le vittime dell’Olocausto. A Roma commemorazioni con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano e il presidente della Camera, Laura Boldrini. Il premier, Enrico Letta, mette in guardia dal negazionismo: “Mai più indifferenti, difendiamo la verità”.

Non dimenticare. L’appuntamento di quest’anno, ha scritto il segretario delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon, ricorre in un momento “in cui tutto ci ricorda quanto è pericoloso dimenticare”. Quest’anno, si legge ancora, ricorre il ventennale del genocidio in Rwanda e a preoccupare sono i conflitti aperti e dalle “dimensioni pericolose” in Siria, Sud Sudan e Repubblica Centrafricana. “Il mondo può e deve fare di più – è l’appello di Ban Ki-Moon – per distruggere quel veleno che ha condotto ai campi di concentramento”.

Napolitano: una miserabile provocazione – Gli insulti e le minacce contro la sinagoga di Roma e altri luoghi della comunità ebraica sono «una miserabile provocazione». Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, durante la celebrazione della Giornata della Memoria al Quirinale. «Lasciate innanzitutto – ha detto il Capo dello Stato all’inizio del suo discorso – che io sbarazzi subito il campo dalla miserabile provocazione che è stata appena tentata contro tutti noi. Gli autori, che spero possano essere rapidamente individuati, di un insulto assimilabile solo alla stessa ripugnante materia usata in quei pacchi – ha aggiunto il presidente della Repubblica riferendosi alla testa di maiale recapitata alla sinagoga – non hanno nulla a che vedere con la Roma e i romani che per sentimento umano e civile, consapevolezza democratica, educazione e cultura, sono fraternamente accanto agli uomini e donne di origine e religione ebraica, stringendosi ad essi in un abbraccio di solidarietà – ha concluso Napolitano – e in un impegno di lotta rigorosa contro ogni forma di antisemitismo».

Napolitano ha invitato a «vigilare e intervenire contro ogni fenomeno di antisemitismo, di razzismo e di violenza contro gli innocenti e gli indifesi». Egli ha quindi accennato al disegno di legge in discussione in Senato, che introduce il reato di negazionismo. «Non posso dire nulla in proposito – ha proseguito – per rispetto delle prerogative del Parlamento, che saprà certamente discutere con attenzione e saggezza. Ma in generale ho altamente apprezzato quel che ha scritto qualche mese fa il nostro caro presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane (Renzo Gattegna, Ndr)».

A questo punto il presidente ha letto un passaggio di tale scritto di Gattegna: «L’Unione delle comunità ebraiche italiane ha più volte ribadito che la Memoria si tutela al meglio, ma soprattutto si difende nel modo migliore, privilegiando le armi della cultura e dell’istruzione». «Ed è esattamente in questo modo – ha aggiunto Napolitano a braccio – che abbiamo cercato di muoverci in questo periodo».


Letta: “Vigilare contro il negazionismo”
– Oggi tocca a noi. “Il dovere della memoria non si conclude col Novecento: oggi tocca alla mia generazione, nata dopo la seconda guerra mondiale, fare tesoro delle testimonianze dei sopravvissuti, difendere la verità storica, e soprattutto educare i giovani a non rimanere mai più indifferenti». La frase, scritta da Enrico Letta, è comparsa oggi sulla home page del sito del governo.

“Il Giorno della Memoria, commemorazione della tragedia della Shoah, è un fermo richiamo alla vigilanza contro ogni rigurgito negazionista e antisemita, contro il male dell’indifferenza, nella scuola, nella società, nella politica”, ha scritto il premier nel suo intervento. “È un invito a diventare tutti testimoni – sottolinea il premier – uno sforzo collettivo per lottare quotidianamente contro l’oblio con cui i nazisti volevano coprire i loro crimini”.

Renzi: non accada mai più – Non è un film. Il segretario Pd Matteo Renzi contro il negazionismo: quanto avvenuto nei campi di concentramento “non è un film o una storiella” perché queste cose sono accadute e “dipende da noi che non accadano più” ha detto il sindaco di Firenze agli studenti delle scuole toscane riuniti al Mandela forum di Firenze per commemorare la Giornata della Memoria. “Sulla politica potete pensare cosa volete – ha continuato – ma non potete dimenticare che i vostri nonni hanno vissuto una pagina di storia che noi diciamo che non deve più tornare” è l’incoraggiamento di Renzi, che ha concluso dicendo di “credere che il futuro sarà più bello se lo scriviamo insieme”.

Kyenge: mai abbassare la guardia – “Questa giornata è importante e non riguarda semplicemente il passato, é una giornata che ci deve mettere tutti di fronte alle nostre responsabilità”. Le parole del ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge si concentrano sulla “responsabilità di poter intervenire – ha detto il ministro – difendere e soprattutto abbattere tutti i giorni gli stereotipi e i muri che rischiano di diventare conflitti. Questa è la responsabilità nostra, delle istituzioni e degli studenti. Non dobbiamo mai abbassare la guardia”.


Bonino: “Il crimine peggiore nella storia dell’umanità”
– “In occasione della Giornata della Memoria esprimo alla comunità ebraica il mio sentimento di forte vicinanza e partecipazione nella commemorazione delle vittime della Shoah, il crimine peggiore nella storia dell’umanità compiuto con lucida e consapevole determinazione”. Lo ha detto in una nota il ministro degli Esteri, Emma Bonino.

Ue: contrastare il negazionismo – Gli Stati membri della Ue non hanno ancora adottato e applicato correttamente le norme comunitarie contro i crimini legati all’odio razzista e xenofobo. In particolare, secondo quanto emerge da un rapporto della Commissione europea, le disposizioni nazionali contro il negazionismo, l’apologia o la minimizzazione di alcuni crimini, come quelli contro l’umanità, rimangono insufficienti in 19 Stati membri.

«Oggi – ha commentato la vicepresidente della Commissione, Viviane Reding – abbiamo raggiunto la pace tra le nazioni dell’Unione Europea. Ma rimane ancora un’altra sfida: continuare sul sentiero della ricerca della tolleranza nelle nostre società. Nessuno dovrebbe mai subire i discorsi o i crimini legati all’odio razziale. Per questo chiedo a tutti i Paesi dell’Ue di adottare le norme europee e di renderne certa l’applicazione».

Corona fiori davanti lapide a Palatucci – Una corona di fiori è stata deposta davanti alla lapide che ricorda la prigionia nella Casa circondariale di Giovanni Palatucci, ultimo Questore italiano di Fiume, “Giusto tra le Nazioni”, “Servo di Dio” e “Medaglia d’oro al Merito Civile”. Il Cappellano provinciale della Polizia di Stato, don Paolo Rakic, ha benedetto la lapide e la corona ricordando che Palatucci, nato in provincia di Avellino nel 1909, fu assegnato alla Questura di Genova.

Alla promulgazione delle leggi razziali del 1938, Palatucci, in servizio all’Ufficio Stranieri della Questura di Fiume, divenne il protettore in particolare degli ebrei, con la cui comunità fiumana aveva rapporti di stima e di amicizia, salvando la vita a più di 5 mila ebrei, avviandoli a un campo di raccolta in provincia di Salerno dove era Vescovo uno zio, che li prese sotto la propria protezione. L’8 settembre 1943 Giovanni Palatucci rimase da solo a reggere la Questura di Fiume e un anno dopo fu arrestato dalla Gestapo e condannato a morte, ma la pena gli fu commutata nel carcere a vita. Trascorse due giorni nella struttura di Trieste e da lì fu tradotto nel campo di sterminio di Dachau, dove mori il 10 febbraio 1945, all’età di neanche 36 anni. Alla cerimonia hanno partecipato il Questore di Trieste, Giuseppe Padulano, il Direttore del carcere, Ottavio Casarano, e altre autorità locali.

Unhcr: è segno di civiltà accogliere chi fugge – In occasione della Giornata della Memoria, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) ricorda i milioni di cittadini ebrei, rom, omosessuali e appartenenti ad altre minoranze vittime dell’Olocausto e oggetto di discriminazione ancora ai giorni nostri.

«Milioni di persone nel mondo sono perseguitate per motivi di razza, religione, nazionalità, opinioni politiche o appartenenza ad un determinato gruppo sociale. È un segno distintivo di civiltà e un dovere sancito dalle Convenzioni Internazionali accogliere e dare protezione a chi vede violati i propri diritti ed è costretto alla fuga – ha dichiarato Laurens Jolles, delegato Unhcr l’Italia e il Sud Europa – Non bisogna mai abbassare la guardia e continuare ad opporsi e denunciare ogni forma di discriminazione che, a qualsiasi livello, non deve essere sottovalutata nè giustificata. È necessario insistere nel promuovere l’inclusione e la tolleranza – ha proseguito Jolles – rimuovere le barriere della diffidenza verso la diversità e aprirsi alla ricchezza di chi è portatore di altre culture ed opinioni».

Migliaia in visita al memoriale di Milano – Sono tanti i cittadini che anche oggi hanno scelto di visitare il Memoriale della Shoah di Milano. In occasione della Giornata della Memoria milanesi e persone provenienti da tutto il nord Italia si sono messe in fila dalle 10 di questa mattina per visitare il binario 21. Da qui, negli anni dal 1943 al 1945, deportati ebrei e dissidenti politici venivano stipati, 100 alla volta, su vagoni e deportati nei campi di concentramento di Auschwitz-Birkenau.

Sono 605 gli ebrei partiti dal binario 21 della stazione di Milano, in quegli anni adibito al trasporto, carico e scarico dei vagoni postali, soltanto in 22 sono tornati a casa. All’interno del Memoriale si possono vedere i vagoni usati per il trasporto dei prigionieri e il montacarichi che portava i vagoni sul binario. Secondo gli organizzatori alle 13 erano già circa 2 mila i visitatori del Memoriale.

Le visite in questi due giorni di apertura straordinaria, ieri e oggi, si aggirano sulle 7 mila secondo una stima non ancora definitiva. In coda davanti al Memoriale ci sono scolaresche provenienti da Milano e provincia, famiglie, lavoratori che hanno approfittato della pausa pranzo per una visita e gruppi di anziani. Non mancano i gruppi provenienti dal nord e centro Italia, arrivati a Milano per lavoro e che hanno approfittato dell’occasione per visitare il binario 21.

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