Sono riprese questa mattina, poco dopo le 10.30, le consultazioni del presidente incaricato Matteo Renzi per la formazione del nuovo governo dopo le dimissioni di Enrico Letta.
Il primo appuntamento della mattinata ha visto protagonista Silvio Berlusconi, a capo della delegazione di Forza Italia, seguito dal gruppo del Partito Democratico mentre nel pomeriggio sarà il momento del Movimento Cinque Stelle dopo che il voto on line tra gli iscritti, ieri, ha dato il via libera (anche se di pochissimo) alla partecipazione del movimento pentastellato alle consultazioni. L’incontro con i rappresentanti pentastellati avverrà in diretta streaming.
Pd: la sfida delle riforme per noi è centrale –
Il Pd è con Matteo Renzi nella sfida delle riforme. Lo ha detto il capogruppo Roberto Speranza, raccontando di aver trovato un presidente incaricato “impegnato e determinato a costruire questo governo di svolta che l’Italia aspetta”. Nel breve incontro con i rappresentanti del suo partito, Renzi ha raccolto la condivisione di questa sfida da parte dei gruppi parlamentari del Pd.
Quello che serve, ha detto ancora Speranza, “è un governo di svolta che riesca a dare una risposta incisiva su grandi questioni, come quelle del lavoro, della crescita e dello sviluppo”. Bene mettere in ordine i conti ma è ora che al rigore si affianchi la crescita, è l’auspicio del Pd, insistendo sulla leva delle risorse umane, come scuola e università, per il rilancio del Paese. “La sfida delle riforme per noi è centrale” ha detto ancora Speranza, chiedendo per la politica un nuovo rapporto con i cittadini. Necessarie la riforma della legge elettorale, del titolo V e quella costituzionale per dare “un segnale forte di una democrazia decidente”.
Su questi temi, è la conclusione del capogruppo Pd, il governo dovrà aprire “una stagione nuova” che il Pd vuole condividere e far diventare anche sua.
Berlusconi: Forza Italia resta all’opposizione, 120 giorni per le riforme
– Un lungo comizio, concluso senza rispondere alle domande dei giornalisti. Questo il dopo-consultazioni di Forza Italia, dopo un incontro durato un’ora e venti minuti. Il Cavaliere si presenta ai microfoni e, dopo un lungo discorso, annuncia che Forza Italia starà all’opposizione ma “deciderà di volta in volta sui contenuti dei singoli provvedimenti, se saranno favorevoli al Paese li voteremo” ha detto Berlusconi: 120 i giorni concessi per le riforme.
Molti i temi al centro del colloquio, ha spiegato Berlusconi iniziando il suo discorso, relativi alla legislazione normale e alla riforma degli assetti istituzionali. “Il Paese ha bisogno di diventare governabile, cosa che oggi non è” ha detto ancora il leader FI, ammettendo di saperlo bene dopo i suoi nove anni di governo. Berlusconi attribuisce la responsabilità dei problemi di oggi alla decisione dei padri costituenti che, dopo il regime fascista, “non assegnarono il potere al presidente del consiglio e al consiglio dei ministri ma lo divisero”. Da qui parte la filippica del Cavaliere per chiedere una revisione dell’assetto istituzionale per dare al premier e al consiglio dei ministri “lo stesso potere dei loro colleghi delle altre democrazie occidentali”. Troppo il potere assegnato al presidente della Repubblica, fa presente Berlusconi.
Le richieste sono quelle di una riforma istituzionale del Senato, serve una sola Camera – ridotta nel numero – per i disegni di legge, e la modifica della Corte Costituzionale, perché la prerogativa del presidente della Repubblica di nominare 5 membri ne fa un organo della sinistra. Infine, il Cavaliere chiede l’elezione diretta del presidente della Repubblica da parte dei cittadini. “Su queste e altre riforme – lavoro, pensioni, fisco e giustizia – abbiamo dato disponbilità al presidente incaricato per lavorare insieme”. Infine una battuta, sul rinnovamento della classe politica: “mi ha fatto piacere parlare con un premier incaricato che ha la metà dei miei anni” ha detto Berlusconi.
LA PRIMA GIORNATA – Ieri Matteo Renzi ha incassato tre no da parte delle forze politiche. Fratelli d’Italia, Lega Nord e Sel hanno annunciato la loro non disponibilità a entrare nel nuovo governo, pur promettendo un’opposizione pronta a discutere sui singoli provvedimenti. Partecipazione convinta, invece da Scelta Civica, che ha chiesto che quello del nuovo governo non sia “un risultato di misura ma un risultato storico”.
Lega Nord: la guerra contro euro e ius soli andrà avanti – Scarsi i punti di accordo tra la guida del futuro esecutivo e i rappresentanti del Carroccio, a partire da quelli dell’Europa e dell’euro. “Il problema è l’euro e i vincoli folli imposti dall’Unione europea” ha detto il segretario Salvini “e la posizione di Renzi, totalmente diversa dalla nostra, ci rammarica”. Bruxelles capisce solo la voce forte, ha aggiunto Salvini, e per questo la Lega, anche da sola continuerà a dar battaglia.
“Dal nostro punto di vista non c’è rilancio di economia e lavoro” ha detto poi Salvini, citando la manifestazione di oggi a Roma di artigiani e commercianti. Sul tema delle riforme la Lega porterà avanti il suo impegno su Titolo V e riforma del federalismo per “compleatre il processo di autonomia e responsabilizzazione dei territori” ma se ci fosse l’intenzione, come sembra per Salvini, di accentrare competenze e soldi, “sarà guerra totale”.
Altro punto critico lo ius soli.”Confermiamo che l’intergrazione non si regala la cittadinanza non si svende” ha detto Salvini confermando che “anche in questo caso la Lega ne farà e ne dirà delle belle”. Infine chiesta l’esenzione fiscale e totale per le zone colpite da alluvioni e terremoti, su cui “la Lega farà il diavolo a quattro”.
“Esco preoccupato” la conclusione di Salvini, parlando di un’Italia “occupata manu militari da potenze straniere e chi non le vuol discutere è complice di questa occupazione. Siamo soli in questa battaglia”.
Scelta Civica: partecipazione convinta per un risultato storico – Scelta Civica ha intenzione di partecipare “con convinzione” a questa fase di “cambiamento fondamentale”. Lo ha annunciato il segretario del partito, Stefania Giannini, ribadendo che il tema delle riforme è fondamentale per la loro partecipazione convinta, che avverrà con “la condivisione delle responsabilità se si procede con il metodo proposto” per la scelta delle priorità da seguire per il Paese. Una sorta di patto di coalizione, lo ha definito Giannini, che si dovrà definire “nei prossimi giorni”. Una somma tirata al termine dell’incontro con il premier incaricato.
“Le nostre priorità coincidono con quelle dell’agenda Renzi” ha annunciato il segretario di Sc. Ovvero i temi del lavoro e dell’occupazione, la pressione fiscale, le liberalizzazioni e la semplificazione della burocrazia e della macchina dello Stato, un argomento che per Scelta Civica è sempre stata una bandiera.
“Ci aspettiamo una legislatura di ampio respiro” ha detto ancora Giannini, “che porti a termine riforme strutturali ma anche costituzionali” per il rilancio dell’Italia e della sua competitività ma anche per l’assetto istituzionale e la futura governabilità del Paese. Quello di Renzi è, ha detto Giannini, un patrimonio di entusiasmo e energia che va corroborato da forze politiche che ci mettano la faccia e la responsabilità” perché da questo governo, è la conclusione “non ci si può aspettare un risultato di misura ma un risultato storico”.
Sel: indisponibili alle larghe intese, ma opposizione non faziosa – Siamo “indisponibili” a contribuire alla nascita di un esecutivo di compromesso che metta insieme centrosinistra e centrodestra. Parole chiare quelle di Nichi Vendola, pronunciate dopo l’incontro di Sel con Matteo Renzi. “Le larghe intese complete o miniaturizzate – ha detto ancora Vendola – non sono una risposta ai problemi del Paese ma sono una parte dei problemi del Paese”.
Quella di Sel, ha assicurato il suo leader, non sarà “una contrapposizione comunista” ma guarderà al merito dei provvedimenti, disponibile a “guardare al merito dei provvedimenti e a lavorare di fronte a quelli positivi”. Nessun problema a dare un voto utile, “no a una opposizione faziosa e pregiudiziale”. L’Italia, è la considerazione di Vendola, “si sta schiantando”.
Un piano per il lavoro e un welfare ambientale per un Paese malato “che ha bisogno di una terapia d’urto”, le richieste di Sel. Che si oppone al “problema dirimente degli F35”, per i quali ha chiesto una correzione, con il disinvestimento dei piani di armamento e gli investimenti su scuola e università sui temi della sicurezza e dell’implementazione del diritto allo studio. Al centro dell’incontro anche il Sud, “l’Italia non si salva se viene abbandonato” ha detto Vendola, ma soprattutto i diritti civili e le le libertà individuali, su cui l’Italia è indietro di 50 anni. “La crisi chiede l’avanzamento dei diritti” ha detto Nichi Vendola, per i nati in Italia e le coppie di fatto, come “scudo di protezione di fronte alla paura e alla precarietà della crisi”.
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Argomenti: matteo renzi