Non penso che l’avvento di Matteo Renzi sullo scenario della politica italiana nazionale sia un fatto positivo oltre al tanto mitizzato ricambio generazionale basato sulla data di nascita e non sulle capacità e le idee.
Troppo condiscendenti con le sue pretese di cambiare le regole del gioco per partecipare alle varie primarie di partito. Troppe promesse di lealtà, troppe idee enunciate per poi essere smentite da lui stesso o dai fatti da lui ispirati. Troppi giudizi su compagni di partito, alleati e nemici buttati lì tanto per conquistare le prime pagine della stampa su carta, televisiva e on line. Un uomo, un politico che si basa più sugli slogan e l’apparire, sul fare da ipercinetico ma dietro cui si vede uno sconsolante vuoto progettuale. L’ennesimo che naviga a vista.
Non si possono dimenticare le sue parole su, verso Bersani e il suo tentativo di formare un governo con una connotazione più vagamente di centro sinistra. Come non si può dimenticare il gioco al massacro in occasione dell’elezione del presidente della Repubblica. Si è mosso contro Bersani con una foga degna di miglior causa.
Tutto il casino armato per far cadere il governo Letta a cosa porterà? Per il momento ci ritroviamo con lo sdoganamento di Berlusconi a cui ha fornito un’assist degno del miglior Totti. Un legame a doppio filo con Forza Italia se vuol far passare la sua riforma elettorale. Che penalizzerà, guarda caso, coloro che dovrebbero essere a sinistra del Pd. Ricattabile dal Nuovo Centro Destra di Alfano che già alza la voce perché è indispensabile a far nascere la nuova compagine. Un governo di rottura che manterrà al proprio interno coloro con cui ha sempre detto di non voler governare.
Talmente di rottura che i nomi pronosticati del Ncd al governo sono gli stessi che c’erano con Letta.
Nemmeno le parole d’ordine, le priorità sono diverse da quelle di Letta. Il lavoro, i giovani, le tasse da abbassare. Allora cosa c’è di nuovo nel panorama politico italiano? Nulla. La riproposizione del vecchio affrontato con facce seminuove e vecchie. Insomma cambiamo tutto per non cambiare nulla.
Di nuovo c’è solo, verrebbe da dire, odio generazionale da parte dell’ex sindaco di Firenze.
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