Delrio: riforme o voto, Renzi non lo teme
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Delrio: riforme o voto, Renzi non lo teme

Parla il braccio destro di Matteo Renzi: Letta non è stato defenestrato. E non esclude di tassare i Bot. Poi: guerra alla burocrazia e subito riforma elettorale

Delrio: riforme o voto, Renzi non lo teme
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redazione Modifica articolo

23 Febbraio 2014 - 20.07


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“L’Italia ha bisogno di semplicità e coraggio. Il governo ha una determinatissima intenzione per fare le riforme, altrimenti non sarà certo il premier Matteo Renzi ad avere paura del voto anticipato”. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio non ha dubbi: riforme o voto.

Sulle tasse Delrio annuncia: Innalzamento delle imposte sulle rendite finanziare in linea con gli standard europei al 25%. Se una signora anziana ha messo da
parte 100 mila euro in Bot non credo che se le togli 25 o 30 euro ne avrà problemi di salute. Vediamo”. Secondo Delrio, gli utili o proventi di queste tasse, potranno essere reinvestiti “a favore delle fasce più deboli”. Ci saranno nuove patrimoniali? No: “Intendiamo certamente aumentare il taglio del cuneo fiscale. Pensiamo di ricavare risorse in parte dalla spending review, in parte da operazioni industriali e dal rientro dei capitali”.

Su suo ruolo come responsabile dell’Economia: “Non mi sono mai sentito in corsa. Lo diceva anche lui (Renzi) ma io ho sempre resistito. Renzi ha bisogno accanto a lui di un uomo con grande credibilità internazionale, come Padoan”. E ancora: “L’importante è che non si crei dicotomia tra ministro dell’Economia Padoan e il premier, come fu tra Berlusconi e Tremonti. Ma abbiamo chiarito prima con Padoan che farà parte di una squadra e lui si è detto contentissimo di esserne parte”.

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Quindi su Letta: “Enrico Letta non è stato defenestrato da Matteo Renzi, contro di lui non c’è stato nessun complotto”. Sulla legge elettorale, Delrio annuncia che “la prima cosa da fare è l’approvazione dell’Italicum alla Camera”. Il sottosegretario dichiara che il Paese “ha bisogno di una legge sul conflitto di interessi” e che ora “non è tempo di licenziare” lasciando intendere che la riforma delle leggi sul lavoro non favorirà i licenziamenti.

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