Era una iniziativa attesa ma ha lasciato comunque scoraggiati i quattro senatori “ribelli” del movimento Cinque Stelle, finiti nel mirino del fondatore Beppe Grillo e non solo per le loro critiche alla gestione delle consultazioni (in diretta streaming) con il presidente del Consiglio Matteo Renzi.
“Non so di cosa siamo accusati. Il nostro codice di comportamento non prevede l’espulsione per il reato di opinione” ha detto Luis Alberto Orellana, “inquisito” insieme a Battista, Bocchino, Campanella. Era una ipotesi che avevamo saputo solo dalla stampa, poi la conferma è arrivata oggi con una mail” ha detto ancora Orellana, spiegando di non aver avuto “nessuna telefonata nè dal capogruppo, nè da Grillo. È un pò triste, forse in politica si usa così ma io non sono abituato”. Il MoVimento ha convocato un’assemblea congiunta dei gruppi parlamentari del M5S che ha all’ordine del giorno la richiesta della procedura di espulsione per i “dissidenti”. In riferimento alla assemblea, “non perderei tempo a parlare tra noi ma andrei direttamente a sentire gli iscritti”, è stata l’amara conclusione di Orellana.
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Argomenti: beppe grillo