Italicum: via libera alla Camera con 365 sì
Top

Italicum: via libera alla Camera con 365 sì

Il voto finale dopo due ore di dichiarazioni: 156 i contrari e 40 gli astenuti. Ora la riforma passerà in Senato. Renzi: Politica 1- Disfattismo 0.

Italicum: via libera alla Camera con 365 sì
Preroll

Desk6 Modifica articolo

12 Marzo 2014 - 13.25


ATF

Via libera della Camera che, dopo le dichiarazioni di voto iniziate alle 9.30 di questa mattina, ha approvato la legge elettorale con 365 voti favorevoli, 156 contrari e 40 astenuti. Ora la legge passerà al Senato. Alla votazione ha partecipato il governo al gran completo, vuota solo la sedia del presidente del Consiglio, Matteo Renzi. L’esito è stato accolto da un lungo applauso proveniente dai banchi di Pd e Fi. Subito dopo la proclamazione del voto, i deputati Cinque Stelle, invece, hanno issato cartelli sulla “profonda sintonia” Renzi-Berlusconi.



I tweet di Renzi e Alfano – Immediato il commento di Matteo Renzi su Twitter: “Grazie alle deputate e ai deputati. Hanno dimostrato che possiamo davvero cambiare l’Italia. Politica 1-Disfattismo 0. Questa #lasvoltabuona” così il premier, fautore con Silvio Berlusconi dell’accordo che ha portato all’Italicum. “Ok legge elettorale. Buon lavoro, migliorabile al Senato e il Nuovo Centrodestra sarà ancora protagonista. #avanti” quello invece pubblicato dal leader di Ncd, Angelino Alfano.








Speranza (Pd): riforma migliorabile
Critiche e osservazioni ma voto, ovviamente, favorevole dal Pd. “Il nostro è prima di tutto un sì ad alcune domande di fondo che toccano il cuore della democrazia e parte dal presupposto che con questo voto, oggi, può partire il percorso delle riforme delle istituzioni” ha detto il capogruppo Roberto Speranza, nelle dichiarazioni di voto in aula alla Camera prima del voto sull’Italicum. “La legge lettorale è un primo passo”, è la considerazione di Speranza che, osserva, al Senato la riforma “si può migliorare sulle soglie: partiti troppo piccoli hanno un peso eccessivo per arrivare al premio di maggioranza, mentre partiti potenzialmente troppo grandi restano fuori. Poi c’è il rapporto eletto-elettori per cui si può fare di più. Ed ancora c’è la questione di genere”.



C’è bisogno di chiarezza, ha detto il capogruppo del partito di Matteo Renzi: “quello che è avvenuto in quest’aula non è stata una pagina positiva, qui non si tratta di un problema delle deputate del Pd ma di un problema di civiltà del Paese e per il Pd questa sarà una priorità assoluta al Senato e non consentiremo che alcun accordo ci fermi”.



Bersani: legge da migliorare, Berlusconi non deve avere l’ultima parola
“A Renzi potrà apparire strano ma c’è gente che non sa cosa voglia dire ‘complotto’. Farebbe bene a ringraziare il gruppo che, nonostante problemi molto seri, ha tenuto. Dovrebbe ringraziare i deputati, che nonostante problemi molto seri e obiezioni hanno votato”. Lo ha detto l’ex segretario Pd Pier Luigi Bersani, alla Camera. Sulla riforma che passa a palazzo Madama, Bersani ha sostenuto che “la legge va migliorata sul fronte del rapporto tra elettori ed eletti” e “capisco la necessità di intese, però non credo che Berlusconi debba avere l’ultima parola”.



Cuperlo: “Italicum è ancora da migliorare”

“La riforma della legge elettorale ha tagliato un primo traguardo. Buona notizia. Adesso conta come si va avanti. Diverse tra le critiche espresse nell’Aula della Camera hanno una fondatezza che l’onestà intellettuale non può rimuovere”, ha affermato Gianni Cuperlo, leader della minoranza Pd.



Gasparri: al Senato l’Italicum non si tocca

“Premesso che non esiste una legge elettorale perfetta, il testo dell’Italicum è il frutto di un lungo confronto e allo stato attuale è la legge più adatta a garantire stabilità al paese. Ritocchi, modifiche, imbellettamenti non sono possibili. Non per discriminazione, ma perchè c’è un faro, quello della Corte Costituzionale, puntato sopra la legge elettorale che non si può spegnere o accendere a piacimento” parola di Maurizio Gasparri, di Forza Italia. “Al Senato – aggiunge – il testo dell’Italicum dovrà essere votato così come è stato licenziato dalla Camera. D’altra parte non si può non notare una contraddizione in termini da parte soprattutto del partito di Renzi”.



Una “schifezza” per il M5s

“Questa legge elettorale voluta da Renzi, Alfano e Berlusconi è un’orrenda schifezza che fa male al paese e peggiora il livello della democrazia” è la posizione del M5s, espressa dal deputato Danilo Toninelli, che ha annunciato il no del suo gruppo all’Italicum. “È una legge incostituzionale perchè ha un premio di maggioranza abnorme. Questa è la dittatura di un capo è l’omicidio della democrazia. Noi vogliamo un parlamento dove i parlamentari sono liberi e autonomi: a noi non serve la dittatura, ma la partecipazione di tutti, voi volete sudditi ignoranti da poter manipolare a vostro piacimento”, ha aggiunto, affermando che “questo sistema democratico – non funziona, il ruolo cittadino è troppo debole, il cittadino è diventato inerme vittima”. Assieme al porcellum, per Doninelli, “siete stati cancellati dalla corte ma non lo volete ammettere violate le regole e create un superporcellum, o pregiudicatellum, una legge peggiore della recente dove i cittadini valgono zero e il voto delle persone è inutile”.



I voti contro
“Non abbiamo partecipato alla coda delle primarie” del Pd, e “non possiamo assolutamente votare a favore di questa legge confusa, brutta e di dubbia costituzionalità” ha detto il capogruppo dei Popolari per l’Italia alla Camera, Lorenzo Dellai, prima del voto finale. Voto contrario, come da previsioni, anche da Sel e Fratelli d’Italia.



Tra gli assenti del Pd Civati e Letta


Ci sono Enrico Letta e Pippo Civati tra i 13 assenti ingiustificati del Pd che non hanno votato per la riforma elettorale. Tra i deputati di Forza Italia cinque sono risultati assenti, uno si è astenuto e un settimo ha votato contro, come si evince dai tabulati del voto.



Civati: “Non ho votato, questa legge è troppo”
“La disciplina di partito è importante, ma questa legge si allontana troppo (come hanno spesso ricordato gli amici e compagni di Sel che con noi sono stati eletti) dal mandato ricevuto dagli elettori”, ha scritto Pippo Civati, spiegando sul suo blog le ragioni per le quali non ha partecipato al voto sulla legge elettorale.



Native

Articoli correlati