Niente giri di parole. Susanna Camusso attacca il premier Matteo Renzi, dicendo in una intervista a La Stampa, che posizioni come la sua “che riducono le forme di partecipazione, indeboliscono la democrazia. Sempre. Non è un
giudizio su questa fase, ma un’affermazione di scuola”.
Per la leader della Cgil, “cancellare la rappresentanza è un errore ed espone a rischi” così come “scavalcare le parti sociali è una mossa conservatrice”. Il momento attuale però, spiega ancora Camusso, offre “una grande occasione per il sindacato di riappropriarsi della contrattazione nelle fabbriche. Non mi angoscio di fronte alle sue parole, ma ritengo che esprimano un elemento di conservazione”. Se si vuole un confronto politico ordinario, è l’osservazione, “non si può gridare ‘aiuto, mi attaccano!’ appena c’è dissenso” ma “bisogna misurarsi con gli argomenti; ne abbiamo già avuto un altro che diceva che non lo facevano governare”.
A sostegno delle parole del segretario Cgil arrivano quelle di Stefano Fassina, intervistato dall’Unità. “Credo che sia un grande errore sottovalutare la rilevanza e l’utilità dei corpi intermedi, soprattutto in una fase di sofferenza economica e sociale così acuta, perchè senza sindacati e organizzazioni di categoria si scivolerebbe facilmente nei movimenti dei forconi” ha detto il deputato Pd. Anche perché, “chi ha responsabilità politica è giusto che non accetti veti da parte di nessuno, ma una democrazia di qualità si fonda anche sul ruolo attivo e propositivo della rappresentanza economica e sociale”. Importante, dunque, dialogare con quelle che sono “forze reali con cui va costruito un rapporto sano, non vanno marginalizzate”.
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Argomenti: matteo renzi